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E’ accaduto martedì scorso ancora una volta davanti al plesso scolastico di via Corassori a Modena. Il padre chiede la presenza di pattuglie e invita ad un’altra assemblea come quella del 6 dicembre scorso   

MODENA – Preso a calci e pugni alla fermata dell’autobus. E ‘ successo ancora una volta davanti al liceo Wiligelmo, e ancora una volta la vittima è un minorenne, uno studente di 14 anni. Il ragazzino, ha raccontato il padre che ha sporto denuncia ai carabinieri, era uscito a mezzogiorno perché mancava un insegnante, è andato alla fermata dell’autobus per tornare a casa. Lì è stato avvicinato da un giovane qualche anno più grande che ha cominciato ad abbracciarlo come in un gesto di amicizia, lui ha tentato di allontanarlo ma è stato colpito con un calcio alle caviglie e scaraventato a terra. In quel momento scatta l’agguato; improvvisamente si materializzano altri tre ragazzi stranieri tutti sui 17, 18 anni  che colpiscono il ragazzino a terra con calci e pugni. Provvidenziale in quel momento l’arrivo dell’autobus, il 14enne si alza e sale sul mezzo che lo riporta a casa. “Mio figlio è stato senza parlare tutto il giorno ma alla sera si è confidato raccontando tutto – ha spiegato il padre ancora sconvolto da quanto accaduto – è stata una violenza inspiegabile gratuita perché non lo hanno rapinato”. Il genitore chiede interventi urgenti alle istituzioni. Era tra le centinaia di genitori presenti all’assemblea del 6 dicembre scorso organizzata proprio per chiedere sicurezza di fronte ai ripetuti episodi di violenza spesso davanti alle scuole, come era accaduto più volte proprio davanti al Wiligelmo  “Da allora nulla è cambiato – protesta l’uomo – non vediamo pattuglie che presidiano le zone critiche, l’unico intervento utile in questa fase prima ancora dell’aspetto educativo”. Il padre del 14enne sollecita al più presto una nuova assemblea del comitato genitori invitando ancora una volta sindaco, prefetto e forze dell’ordine. “Abbiamo diritto a risposte concrete – afferma – non possiamo andare a lavorare con l’angoscia che i nostri figli vengano aggrediti davanti alle scuole o sui mezzi pubblici”

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