Tagli stimati in 8,3 miliardi in Italia. “Rincari su tariffe e servizi fino al 15%, ricadute inevitabili sui cittadini”
MODENA – In protesta davanti alla Prefettura per chiedere urgenti correzioni alla manovra economica: sindaci del territorio, presidente della Provincia, assessori regionali e coordinatori territoriali del Partito Democratico hanno unito le voci contro i tagli ai trasferimenti di fondi da Roma verso le già vessate pubbliche amministrazioni locali, una scure quantificata in 8,3 miliardi di euro. Carpi teme un saldo negativo di 700mila euro, Castelfranco lavora per trovare risorse extra legate alla manutenzione “di oltre 300 chilometri di strade”, Concordia è “alle corde”, costretta a ritoccare tariffe e aliquote se il Governo non cambierà rotta. “Quella che viene spacciata per una riforma fiscale ricadrà in realtà sulle pelli dei cittadini” sottolinea l’assessore regionale al bilancio, Davide Baruffi. Dalle strade alla scuola, dalle politiche sociali alla casa, fino alla sanità – sono i sindaci a protestare, ma accanto a loro c’è tutta la macchina pubblica, dalla Regione alle Province. Proprio la sanità è stata al centro delle polemiche più recenti, con da un lato i proclami del Governo che ha parlato di “finanziamento record” – inteso in assoluto – e dall’altro la risposta dei territori che fanno notare che, in rapporto al PIL, è il più magro degli ultimi quindici anni: “depennate trentamila assunzioni di medici e infermieri”, attacca il Partito Democratico che nella nostra provincia porta in piazza gran parte dei sindaci. Capitolo scuola: sarebbero 5.660 i posti tagliati dall’organico dell’autonomia, ossia dell’assistenza a bambini e ragazzi con bisogni speciali. Un tema particolarmente delicato perché i comuni denunciano pure l’azzeramento di fondi cruciali come quello per la non autosufficienza e quello per l’autismo, fenomeno sempre più noto e in grande crescita. La spesa sociale si contrae e il fianco scoperto più ampio è quello della casa, con trasferimenti di fondi definiti esigui, addirittura ridicoli: ad esempio nel fondo per il contributo all’affitto dell’Emilia-Romagna finiranno appena 800mila euro, se nulla cambia – pochissimi, in rapporto a un fenomeno che vede ogni anno oltre mille famiglie sfrattate per morosità incolpevole, ossia perché semplicemente non ce la fanno a pagare l’affitto. La sola voce che aumenta è quella dei fondi per l’accoglienza dei minori, soprattutto non accompagnati: più cento milioni; ma sono quattrocento quelli che vengono meno alla manutenzione delle strada, degli edifici pubblici, del dissesto idrogeologico e ancora una volta delle scuole, che si somma a un altro taglio – addirittura di un miliardo e mezzo – alle province, sempre per la manutenzione. In totale, il taglio in manovra agli enti locali ammonta a 8,3 miliardi di euro. Tagli che ricadono in gran parte proprio sui comuni, che incidono sul bilancio dello Stato per appena il 6% e incidono sul debito per l’1,5%; comuni sempre più costretti a fare da sé, dicono i Sindaci, contro gli annunci di presunti tagli delle tasse a livello nazionale: tasse che Roma taglierà, eventualmente, togliendo risorse ai loro già esigui bilanci.