Ambulanza in 15 minuti, ma restano carenze di organico e stipendi bassi
Modena – Ogni giorno 1.400 emiliano-romagnoli hanno bisogno del 118: più di mezzo milione di persone l’anno si rivolge al sistema dell’emergenza-urgenza, un numero in crescita – cinque anni fa erano settantacinquemila in meno – consapevoli di poter godere di quello che oggi è certificato come il sistema di pronto soccorso più rapido in Italia. Il 75% delle persone colpite da infarto del miocardio arriva in sala operatoria entro sessanta minuti dal momento in cui accusa il malore; in caso di ictus celebrale, due pazienti su tre entrano in sala 66 minuti in media dopo l’evento; per i gravi traumi i minuti sono 75. Tempi, tutti, tra i più bassi in Italia. Bassi, tuttavia, sono pure i salari di chi lavora nell’emergenza-urgenza – sottolinea Massimo Fabi, assessore per le politiche alla salute della Regione Emilia Romagna, convinto che l’efficienza dimostrata dall’Emilia-Romagna sia possibile solo se la sanità è capace di prendersi cura delle persone che la compongono.