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Da Gerusalemme le parole del francescano padre Faltas, legato a Modena con l’associazione Un ponte verso Betlemme. “Brucia tutto, questo è un inferno, ma non smettiamo di credere che ci possa essere una soluzione umana ad una situazione disumana”

MEDIO ORIENTE – A Gaza è iniziata la marcia della disperazione. Mentre l’Europa parla di sanzioni nei confronti di Israele e l’Onu dibatte ancora sull’opportunità o meno di parlare di genocidio, le truppe dell’esercito israeliano invadono la striscia. Ha preso il via l’attacco finale, un parola che avevamo già sentito mezzo secolo fa e che fa paura. Ora il progetto del governo di Netanyahu è chiaro al mondo intero. Espulsione totale dei palestinesi, pulizia della Striscia. Ai circa 70 mila morti di questi due anni si andranno ad aggiungere quelli che si opporranno al piano. Sono cento i morti solo nel primo giorno di offensiva. Morti che diventano numeri. Una situazione tragica secondo padre Ibrahim Faltas, francescano che da 36 anni vive in Cisgiordania. Parroco di Betlemme, poi vicario della Custodia di Terra Santa e ora responsabile del 18 scuole francescane del territorio. Una situazione sempre più drammatica anche per chi vive in Cisgiordania

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