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E’ terminato il rito abbreviato del processo di primo grado per i fatti del 2021, quando morirono due spettatori, tra cui il 33enne Cristian Poggioli, dipendente della Progeo e residente a Montecenere di Lama Mocogno.

REGGIO EMILIA – Tutti assolti tranne uno, il legale rappresentante dell’Asd Grassano Rally organizzatore della manifestazione. E’ terminato così il rito abbreviato del processo che mirava a far luce sulla morte di Davide Rabotti, 20enne reggiano studente di ingegneria, e Cristian Poggioli, 33enne modenese dipendente della Progeo. La tragedia avvenne nel corso del 41esimo Rally dell’Appennino Reggiano a Riverzana di Canossa. Il 28 agosto 2021 Rabotti e Poggioli si trovavano a bordo pista per seguire l’evento sportivo che richiama migliaia di appassionati: vennero travolti da una delle auto in corsa, una Peugeot 208 i cui piloti, che persero il controllo del mezzo, non sono però mai stati indagati. La vettura piombò sulla collinetta dove si trovava il pubblico. Le otto persone alla sbarra in questo rito abbreviato – una nona affronterà l’ordinario – erano il legale rappresentante della associazione organizzatrice, il direttore di gara, il supervisore tecnico, il delegato all’allestimento del percorso e quattro apripista distribuiti quel giorno in due diversi equipaggi. Erano accusati, a vario titolo, di non aver identificato l’area come pericolosa per lo stazionamento del pubblico, di non aver valutato il rischio per gli spettatori, di non aver apposto le transenne con le distanze previste. La procura aveva chiesto per tutti il rinvio a giudizio un anno fa circa: le indagini preliminari erano state chiuse nel 2022, ma poi era intercorso diverso tempo necessario per districarsi tra le perizie tecniche. Alla scorsa udienza tutti gli indagati tranne uno, il commissario di gara, avevano chiesto il rito abbreviato; ora è arrivato il responso del gip Luca Ramponi. Sette assoluzioni – l’apripista per non aver commesso il fatto, gli altri perché il fatto non costituisce reato – e un anno con pena sospesa per Alen Carbognani, responsabile, secondo questo primo grado, di non aver adottato tutte le misure idonee a garantire l’incolumità e la sicurezza degli spettatori. Nel frattempo, i famigliari delle vittime sono stati integralmente risarciti dall’assicurazione. Le motivazioni sono attese entro 90 giorni. “Esprimo grande soddisfazione per questo risultato – è il commento di uno dei legali in campo, Noris Bucchi, che rappresentava due degli apripista – Per quanto attiene i miei assistiti, posso dire che,  seppure nella piena consapevolezza di avere operato con diligenza e correttezza, con l’assoluzione  vedono finalmente la fine di un incubo che, seppure innocenti, li tormentava da oltre quattro anni”.

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