Il provvedimento sulla sicurezza incassa il plauso del centrodestra; più perplessità arrivano dal centro sinistra. Il sindaco: “Bene ma non è sufficiente, occorre la certezza della pena”. Intanto questa mattina si è cominciato a definire come e dove applicare la misura.
MODENA – Le zone rosse al centro del dibattito politico. Il provvedimento della Prefettura che preclude l’accesso ad aree ad alta criticità a persone sospette suscita reazioni diverse. Il sindaco Massimo Mezzetti commenta con prudenza la nuova misura. “Bene ma non basta – dice – non si può prescindere dalla certezza della pena”. Insufficiente la misura per il Pd che per voce del parlamentare modenese Stefano Vaccari giudica le zone rosse provvedimenti temporanei che non risolvono il problema ma si limitano a spostarlo e rilancia la necessità di più di forze dell’ordine. Il governo faccia il suo dovere e stanzi più agenti – scrive in una nota Vaccari convinto che una sicurezza autentica e duratura si costruisca anche con la prevenzione e il controllo sociale del territorio Le zone rosse genarne uno spostamento di persone problematiche in altre parti della città – aggiunge il parlamentare Pd – con il rischio che oltre a zone rosse si creino nuove zone nere. Sul fronte del no più decisa Rifondazione comunista che giudica le zone rosse una misura arbitraria, discriminatoria e pericolosa. Il plauso arriva invece dal centro destra che accoglie con favore la decisione del Prefetto, un approccio concreto che mira a tutelare i cittadini, le parole di Luca Negrini di Fratelli d’Italia. Intanto il lavoro procede per definire nei dettagli il provvedimento. Se le macroaree interessate sono state in gran parte già individuate e riguardano principalmente stazione dei treni, autostazione, parco XXII aprile e Novi Sad ora si entra nel vivo per definire che tipo di intervento mettere in atto e in quale strada. Una riunione si é tenuta in merito in mattinata in Questura