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Al Teatro Carani di Sassuolo l’ex fuoriclasse della Juventus ha raccontato il suo calvario giudiziario: “Un complotto per impedirmi di diventare presidente della FIFA”.

SASSUOLO (Modena) – Tre volte pallone d’oro, due volte campione d’Italia con la Juventus, campione d’Europa per nazionali con la Francia e per club ancora coi bianconeri, nella notte maledetta dell’Heysel. Michel Platini, leggenda vivente del calcio, fuoriclasse tra i più grandi della storia, è stato l’ospite della serata speciale del Festival della Giustizia Penale al Teatro Carani di Sassuolo. Non per parlare di calcio, ma per raccontare innanzitutto il calvario giudiziario da cui è stato assolto con formula piena solo poche settimane fa. L’accusa risale al 2015: frode ai danni della FIFA, di cui stava per diventare presidente.
Una strada che sembrava spianata, scontratasi invece con quello che per molti è stato in realtà un complotto
Ora, dopo l’assoluzione piena, per diventare numero uno del calcio mondiale il tempo è ormai scaduto, ma restano i propositi di rivalsa
Un altro contropiede, come quelli in cui la sua Juve, quella allenata da Giovanni Trapattoni, era maestra. Squadra stellare, fatta di fuoriclasse indimenticabili, come Rossi e Scirea
Un calcio che non c’è più. Anche per le regole che lo stesso Platini ha contribuito a cambiare, per rendere più veloce e spettacolare il gioco.

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