Giusy Abruzzo ha rischiato la vita per uno strumento chirurgico di 14 centimetri “dimenticato” dopo un intervento a Napoli. Operata giovedì scorso, la donna racconta oggi la sua odissea “perché non si ripetano più fatti così gravi”.
MODENA – “Sono viva per miracolo”: lo ripete varie volte, nel corso della nostra chiacchierata, Giusy Abruzzo, 43enne modenese, che oggi, finalmente rientrata a casa dopo l’intervento salvavita all’ospedale di Sassuolo, ha potuto raccontare il suo calvario. Iniziato a giugno quando lei, con un passato di obesità grave, ha scelto una clinica di Napoli per un intervento di addominoplastica.
Le recensioni di altri pazienti erano positive e Giusy procede: il 30 giugno viene operata. Ma a distanza di 20 giorni compaiono i primi problemi: due grosse infezioni a livello ombelicale, curate con antibiotici.
La spiegazione del medico non la convince e, una volta tornata a casa, Giusy va a fare un’ecografia a pagamento all’ospedale di Pavullo, che evidenzia, effettivamente, la presenza di qualcosa. Le viene dunque consigliato di fare una tac urgente e qui la sorpresa.
Trasportata d’urgenza all’ospedale di Sassuolo, Giusy Abruzzo è stata operata la sera stessa, per la rimozione della pinza dimenticata. Dimessa sabato scorso, oggi che il peggio è passato ha deciso di raccontare la sua storia, “perché non accada mai più”.