Cinquant’anni fa, Claudia Cardinale portava Modena sul grande schermo: la leggendaria attrice recentemente scomparsa fu protagonista di “Libera, Amore Mio”, girato quasi tutto in città nel 1973 ma distribuito nelle sale solo due anni più tardi.
Modena – Il mondo intero aspetta di darle l’ultimo saluto: lo farà a Parigi, non lontano da dove Claudia Cardinale ha trascorso gran parte della sua vita ed è morta, martedì 23 settembre, all’età di 87 anni. Eletta una delle cinquanta attrici più belle di tutti i tempi, icona di un’era – gli anni Sessanta e Settanta – in cui il cinema italiano primeggiava, Claudia Cardinale ha recitato anche a Modena in uno dei film più controversi e tormentati dalla censura nei cosiddetti “Anni di Piombo”: “Libera Amore Mio”, la storia della figlia di un anarchico (interpretato da Adolfo Celi) che viene perseguitata durante il nazifascismo, fu girato in città nel 1973 per la regia di Mauro Bolognini, ma fu distribuito solo due anni più tardi. Libera, il personaggio principale interpretato dalla Cardinale, passeggia per le vie del Centro Storico, sale e scende dai treni in Stazione Piccola e in Centrale; assiste alla ricostruzione di un rastrellamento nazista in Piazza Grande, mentre la pellicola offre scorci cittadini ancora visibili, o intuibili, dai dintorni del Palazzo Ducale al quartiere San Faustino. Cinquant’anni fa Modena compariva sul grande schermo in tutta Italia assieme a lei, raccontando la Resistenza in città, il rifugio dato ai Partigiani, e le violenze che proseguirono anche dopo la fine del conflitto, le schermaglie tra i cittadini ora liberi e il gerarca divenuto dirigente pubblico che ancora li perseguita. Modena sembrò a Bolognini il luogo più adatto per raccontare una storia come questa. Di quella produzione sopravvivono non solo la pellicola, ancora oggi bella e significativa, ma anche aneddoti, uno su tutti: nella scena in cui Libera, ossia Claudia Cardinale, innesca l’esplosivo a Ponte dell’Uccellino, l’esplosione che segue è vera, verissima, tanto che all’epoca Ponte dell’Uccellino ne risultò davvero danneggiato. Frammenti di celluloide che rimangono nella memoria collettiva anche dopo che una delle sue grandi interpreti ci ha lasciati.