Sopralluogo dei Carabinieri del Ris lunedì mattina nella casa di Daniela Ruggi a Vitriola di Montefiorino. Si cercano tracce biologiche della donna scomparsa tre mesi fa
MONTEFIORINO (Modena) – I carabinieri del Ris di Parma saranno lunedì mattina nell’abitazione a Vitriola di Montefiorino dove viveva Daniela Ruggi, la 31enne della quale non si ha più traccia da tre mesi. Il nucleo scientifico dell’Arma dovrà eseguire rilievi per verificare la presenza di tracce organiche che possano aiutare a risolvere quello che rimane ancora un giallo. Cercheranno prevalentemente con il luminol tracce di sangue e valuteranno se prelevare reperti che possano essere utili alle indagini. Tutti elementi che si aggiungono ad altri già in mano ai Ris e ai tecnici informatici che stanno analizzando un telefono cellulare appartenente a Daniela mentre un secondo, quello che lei aveva con sé al momento della sparizione, è sempre risultato spento. I militari dopo il sopralluogo nell’abitazione si sposteranno nel casolare abbandonato poco lontano dove sono stati trovati indumenti ed oggetti che potrebbero appartenere alla trentunenne. Anche qui saranno svolti accertamenti scientifici. Le indagini sulla scomparsa di Daniela Ruggi proseguono nel massimo riserbo da parte della Procura che sta valutando anche le diverse segnalazioni sulla presenza della donna tra Sassuolo e Modena. La più verosimile continua ad essere quella riferita da operatori del centro di accoglienza Porta Aperta che sono certi di aver visto Daniela insieme a 5 giovani a metà ottobre quando il gruppo ha consumato un pasto alla mensa. Per il resto sul quanto accaduto alla 31enne c’è ancora il buio totale. Domenico Lanza, il 67enne di Polinago, amico della donna indagato per sequestro di persona, si trova ancora in carcere per detenzione illegale di armi. Anche nella sua abitazione e sulla sua auto i Ris hanno effettuato prelievi che finora hanno dato esito negativo ma il suo legale , l’avvocato Fausto Gianelli, deve attendere la conclusione degli accertamenti a suo carico per poter chiederne la scarcerazione.