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Condannato per Corinaldo, esce dal carcere per la laurea e non rientra

Il giovane, Andrea Cavallari, di Bomporto, aveva ottenuto un permesso per discutere la tesi a Bologna. Doveva scontare oltre 11 anni per i fatti accaduti alla discoteca Lanterna Azzurra.

BOMPORTO (Modena) – Ha fatto perdere le proprie tracce approfittando dell’uscita per la discussione della tesi di laurea. Andrea Cavallari, 26 anni, è uno dei componenti della cosiddetta banda dello spray, un gruppo di ragazzi della bassa modenese condannati per la strage alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, provincia di Ancona, dove, tra il 7 e l’8 dicembre di sette anni fa, nella calca a seguito di un raid di rapine, morirono sei persone durante un concerto. Cavallari, sta scontando nel carcere bolognese della Dozza una condanna definitiva a 11 anni e 10 mesi e durante la detenzione ha intrapreso gli studi all’Università di Bologna per conseguire la laurea triennale in scienze giuridiche, con specializzazione in consulente del lavoro. Traguardo raggiunto proprio giovedì, quando il magistrato di sorveglianza lo ha autorizzato ad uscire per recarsi all’ateneo, senza la scorta della polizia penitenziaria e accompagnato dai familiari. Dopo la cerimonia, però, una volta rimasto solo con la fidanzata, non è rientrato in carcere e ora risulta irreperibile. Padre italiano di Sorbara, madre ucraina, Andrea Cavallari è cresciuto a Bomporto dopo che la madre si è unita ad un imprenditore del posto: una famiglia conosciuta e stimata in paese, il patrigno gestisce un’attività in piazza, che lo ha accolto a braccia aperte. Il ragazzo, però, fin da minorenne ha dimostrato di essere uno scavezzacollo ed ha iniziato a collezionare denunce. La tragedia di Corinaldo nel 2018 scosse tutto il paese, tra l’altro Cavallari è considerato dagli inquirenti, insieme a Ugo di Puorto, condannato a 12 anni e sei mesi, uno dei capi della banda che scatenava il panico nei locali di mezza Italia, spruzzando spray urticante per compiere rapine e scippi nella folla. La sua “fuga post laurea” a Bomporto non ha destato tanto stupore. Tutti nel Comune della bassa oggi si sentono solidali con la famiglia, per un ragazzo che, nonostante le attenzioni ricevute, non ha mai smesso, dicono, di creare problemi.

Una tragedia che scosse l’Italia

Era la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 e la discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, comune nell’entroterra marchigiano, era stipata di giovanissimi, in attesa del concerto del rapper Sfera Ebbasta. Nella sala erano presenti circa 1.400 persone, oltre un terzo della capienza autorizzata. Poco prima dell’arrivo dell’artista, per commettere furti e scippi, nel locale venne spruzzato dello spray al peperoncino, causando il panico tra i presenti che cercarono, in massa, di uscire all’esterno dove, a causa del peso, cedette anche una balaustra. Nel fuggi fuggi generale, travolti e schiacciati dalla calca, morirono tre ragazze e due ragazzi (tutti minorenni) ed una donna di 39 anni che accompagnava la figlia di 11 anni, sopravvissuta alla strage; 59 le persone rimaste ferite. Il 2 agosto 2019 i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona arrestarono sette persone, tra cui sei ragazzi di età compresa tra i 19 e i 22 anni, residenti tutti nel modenese, tra Castelfranco, San Cesario, Bomporto e San Prospero: Ugo Di Puorto, Andrea Cavallari, Moez Akari, Raffaele Mormone, Souhaib Haddada e Badr Amouiyah, accusati di omicidio preterintenzionale e lesioni personali, in quanto componenti di una banda dedita a rapine con spray al peperoncino. Il 30 luglio 2020 i sei componenti modenesi della cosiddetta “banda dello spray” vennero condannati a pene dai 10 ai 12 anni di reclusione, condanne confermate in via definitiva dalla Cassazione due anni dopo.

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