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Violenza sulle donne, aumentano le richieste di aiuto ma sono poche le case rifugio

Le richieste di aiuto ai centri anti violenza nel 2025 sono aumentate del 5 % dall’anno precedente

MODENA – Donne umiliate, ricattate, violentate, troppo spesso uccise. A Modena scorrono i volti di Daniela Coman di Sassuolo, ammazzata dal Compagno Peter Pancaldi nel maggio scorso, quello di Alice Neri con la condanna a 30 anni dell’imputato Mohamed Galoul, ergastolo invece in appello per Salvatore Montefusco in carcere per il duplice omicidio della  moglie Gabriela Trandafir e la figlia di lei Renata. Un passo prima può esserci la salvezza e spesso arriva attraverso i centri antiviolenza.   4958 le donne che si sono rivolte ai 15 presenti in Emilia Romagna nel 2025, un 5% in più rispetto all’anno precedente. Oltre il 93 % è stata vittima di violenza. Le richieste di aiuto, quindi, crescono in modo sostanziale se si considera che dal 2023 sono aumentate del 15 per cento.  Oltre la metà riguardano violenza fisica ma ancora preoccupante è il dato della violenza economica quasi il 40 per cento; sono state 569 poi le donne che nel 2025 hanno denunciato violenza sessuale. I percorsi sono diversi; nei casi di emergenza ci sono le case rifugio dove le donne vengono accolte e protette. Sono state 176 e 153 figli in regione nel 2025.  Se da un lato aumentano le richieste di aiuto le risorse rimangono insufficienti. Le case rifugio in alcune province dell’Emilia Romagna sono troppo poche e può accadere che si ripieghi su strutture alberghiere, isolate e senza un collegamento costante con un centro antiviolenza. Situazioni che possono comportare rischi per la sicurezza delle donne stesse e quella dei loro figli

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