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Femminicidio di Castelfranco, spunta una lettera di Gabriela Trandafir. VIDEO

Un manoscritto e altri documenti che risultavano sequestrati ma non refertati saranno ora vagliati dal Tribunale di Modena per decidere, il prossimo 16 ottobre, sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’ex-vice comandante di Castelfranco Emilia accusato di rifiuto di atti d’ufficio

CASTELFRANCO EMILIA (Modena) – Spuntano nuove carte, tra cui una lettera manoscritta di Gabriela Trandafir, nel processo d’appello a Salvatore Montefusco. Documenti che approdano anche nel fascicolo a carico del carabiniere di Castelfranco che, alcuni mesi prima del femminicidio, non avrebbe raccolto la denuncia della donna. Il 16 ottobre il Tribunale di Modena deciderà sulla richiesta di rinvio a giudizio. Spuntano nuove carte, tra cui un manoscritto di tre pagine attribuibili a Gabriela Trandafir, dal processo d’appello a carico di Salvatore Montefusco. Il 15 settembre scorso la Corte d’Assise d’Appello di Bologna lo ha condannato all’ergastolo, cancellando le attenuanti concesse in primo grado e la conseguente pena a 30 anni, che tanto fece discutere, per il doppio femminicidio commesso il 13 giugno 2022 nell’abitazione di Castelfranco Emilia. Quel giorno il Montefusco aveva sparato col fucile alla ex-moglie Gabriela e alla figlia di lei Renata, uccidendole. All’udienza d’appello i legali della sorella di Gabriela, Elena, presenti come parte offesa, hanno ricevuto un nuovo verbale di polizia giudiziaria contenente numerosi reperti. Il nuovo comandante della tenenza di Castelfranco Emilia Antonio Vavalle, verificando il materiale custodito, ha scoperto infatti un raccoglitore con una settantina di documenti, tra cui ricevute bancarie, certificati anagrafici e la lettera di Gabriela che, pur sequestrati, non erano stati refertati. Per l’ufficiale dell’Arma quei documenti potrebbero essere utili all’autorità giudiziaria. Il Tribunale di Modena è infatti chiamato a decidere, il 16 ottobre prossimo, sulla richiesta di rinvio a giudizio per quel carabiniere di Castelfranco che, pochi mesi prima del femminicidio, non avrebbe raccolto la denuncia per maltrattamenti di Gabriela, costringendola a rivolgersi nei giorni seguenti a una caserma di Bologna. “Sono uscita dai carabinieri di Castelfranco ancora più spaventata”, scrive nella lettera Gabriela, che ricorda anche come il marito le dicesse sempre di avere tanti amici nelle forze dell’ordine: “hanno tutti mangiato a casa mia, non è ancora nato nessuno per darmi contro”. Poi anche parole di ringraziamento per le premure ricevute dai carabinieri di Bologna e dalla Polizia di Conegliano, in provincia di Treviso, quando aveva scoperto nella sua macchina un Gps, annotando: “Ecco perché Montefusco sapeva tutti i miei movimenti e quelli di mia figlia”.

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