L’ufficiale, insegnante di equitazione in Accademia, è accusato da 11 tra lavoratrici e lavoratori di soprusi continui anche a sfondo sessuale
MODENA – Sono undici i lavoratori dell’Accademia Militare iscritti a rendere la propria testimonianza contro il Tenente Colonnello Giampaolo Cati, l’ufficiale che lavorando come insegnante di equitazione avrebbe inflitto punizioni, sfuriate e minacce continue a sottoufficiali e palafrenieri delle scuderie di Palazzo Ducale, ma anche apprezzamenti sessuali o insulti incentrati sull’aspetto fisico alle componenti femminili del gruppo. Soprusi documentati e forniti prima al Comando dell’Accademia e poi ai magistrati in un periodo di tempo che va dal 2019 al 2022. Attacchi di pianto, crisi d’ansia, tachicardie, disturbi alimentari: queste le conseguenze raccontate dai primi testimoni sentiti in mattinata in apertura della fase istruttoria del processo presso il tribunale di Modena; lavoratrici in fermo volontario, addette alle pulizie, ma anche sottoufficiali con alle spalle una carriera sul campo, vissuta tra zone di guerra, dalla Somalia all’Afghanistan, e che tuttavia non esitano a definire il periodo alle dipendenze di Cati “un inferno”. Raccontano di aver abbandonato le forze armate, o di aver chiesto il trasferimento; accanto ai comportamenti inopportuni, alle avances e agli scatti d’ira questioni più strettamente lavorative quali il rifiuto di vidimare i documenti per il calcolo degli straordinari. Secondo un sottoufficiale ascoltato questa mattina la pace sarebbe durata pochi giorni, poi sarebbero cominciate le vessazioni aggravate – spiegano i testimoni dell’accusa – dal fatto che Cati tecnicamente non era nella scala gerarchica di comando, ma semplicemente insegnante nella struttura. La difesa ha invece prodotto a favore di Cati i post sui social nei quali elogiava il comportamento della “squadra” al servizio nelle scuderie dell’accademia, “una facciata” secondo i testimoni che ora contestano la permanenza del Tenente Colonnello in Accademia Militare: accusatori e accusato pranzano nella stessa sala, ci spiegano. In aula anche l’avvocato del Sindacato Militari, costituitosi parte civile, e uno dell’Accademia stessa, come uditore, chiamati a valutare il danno di immagine patito a seguito delle presunte condotte di Cati da tutta l’istituzione militare.