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Rifiutò matrimonio combinato, le richieste dell’accusa

A processo i famigliari della 19enne indiana che si ribellò all’uomo scelto dalla famiglia perché innamorata di un altro ragazzo. Il pm ha chiesto 2 anni di reclusione per i genitori, lo zio e la nonna.

MODENA – Due anni di reclusione per tutti gli imputati; i genitori, lo zio e la nonna della diciannovenne indiana maltratta perché ha rifiutato un matrimonio combinato. E’ quanto ha chiesto l’accusa al termine dell’udienza che si è tenuta in tribunale a Modena  La vicenda venne a galla nel 2023, quando la ragazza, residente in un comune dell’Appennino modenese, raccontò a scuola l’incubo che stava vivendo;  violenze e privazioni da parte dei genitori e di altri famigliari, botte e minacce solo perché si era rifiutata di sposare in India l’uomo predestinato. Amava un altro ragazzo, anche lui indiano ma ritenuto dai genitori uno sbandato e appartenente ad una casta inferiore. Fu una delle insegnanti in un primo momento ad ospitare la giovane a casa, poi si attivò tutta la scuola che avvisò le forze dell’ordine e un’associazione chi si occupa di violenza sulle donne. “Aiutatemi, non voglio fare la fine di Saman” aveva scritto la studentessa in un messaggio al legale dell’associazione”. Un grido di aiuto che venne raccolto. Il giudice deciderà il 5 giungo prossimo

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