Aveva 91 anni, considerato tra i maestri dell’avanguardia. Aveva un rapporto speciale con la città della Ghirlandina che ha ospitato tre grandi mostre che lo hanno visto tra i protagonisti
MODENA – Modena gli dedico’ tre grandi mostre: nel 1994 l’esposizione “Gli occhi sulla città” esponeva i suoi scatti insieme a quelli di Basilico, Barbieri ed altri fotografi. Arriva da questo lavoro sulla città questo scatto bellissimo che ritrae la Secchia rapita, fotografia che rientra nel corpus di circa 150 conservate oggi nel patrimonio della galleria civica e delle collezioni Ago. Nel 2009 la mostra “Uno” nelle stanze dell’ex ospedale Sant’Agostino e l’ultima, nel 2014 “Arcipelago del mondo antico”, al Foro Boario che esponeva una cinquantina di scatti per la maggior parte inediti, un’indagine sul Mediterraneo. La storia artistica di Mimmo Jodice, scomparso a 91 anni nella sua Napoli, è strettamente legata alla città di Modena. Classico e metafisico, il tempo e la memoria sono stati al centro di una ricerca appassionata durata oltre 60 anni di carriera internazionale. Il suo bianco e nero lascia una luce eterna sul mondo, lui che era in perenne dialogo col mondo antico come racconto’ a Modena in occasione della mostra del 2014. Nato a Napoli, nel Rione Sanità, nel 1934, si avvicino’ alla fotografia negli anni ’50 da autodidatta, mosso dalla fame continua di immagini. Collaboro’ con Andy Warhol, Sol LeWitt, Michelangelo Pistoletto, Kounellis: artisti che, come lui, credevano che l’arte potesse cambiare la percezione del reale. Nel catalogo della mostra del 2014 un suo virgolettato racconta del suo amore per la città di Modena.