Iniziata l’udienza preliminare del processo per l’incidente che nel 2021 costò la vita a due spettatori: il reggiano Davide Rabotti e il modenese Cristian Poggioli. Nove gli imputati per omicidio colposo.
REGGIO EMILIA – E’ durata 40 minuti la prima udienza del processo che vede a giudizio nove persone coinvolte a vario titolo nell’organizzazione e nella gestione del 41° Rally dell’Appennino, ovvero dell’edizione durante la quale persero la vita Davide Rabotti, 21enne di Reggio e Cristian Poggioli, 35enne modenese, di Lama Mocogno. Si è chiuso con un rinvio il primo atto davanti al giudice Luca Ramponi, che ha deciso la citazione di un consulente, un perito, già convocato per la prossima udienza fissata il 3 febbraio. Si tratta di un ingegnere che con tutta probabilità dovrà chiarire la dinamica dell’incidente che causò le due vittime, che si trovavano a bordo pista quando furono travolte da una Peugeut 208 in corsa. La tragedia avvenne all’altezza di una semicurva, in località Riverzana, tra i comuni di San Polo d’Enza e Canossa.
Gli imputati, per omicidio colposo, sono nove, sei dei quali erano presenti in tribunale. Tramite il loro avvocato i famigliari di Davide Rabotti hanno rifiutato di accettare il risarcimento del danno riconosciuto nei loro confronti. Costituendosi parte civile hanno chiesto la parte residua trattenendo la cifra finora stabilita a titolo d’acconto. Il risarcimento è già andato in porto, invece, per quanto riguarda i famigliari di Cristian Poggioli.
Il rinvio dell’udienza di oggi si deve a una richiesta formulata dall’avvocato Domenico Noris Bucchi che difende due degli imputati, membri dell’equipaggio di una delle due auto che fecero da apripista al Rally. Riguarda la citazione in causa della compagnia d’assicurazione in qualità di responsabile civile.