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Cauto ottimismo tra istituzioni e sindacati anche se nessun piano prevede il riassorbimento totale dei lavoratori

MIRANDOLA – Vertenza Mozarc-Bellco, sono tre le proposte vincolanti presentate al Ministero delle imprese e del made in Italy per salvare l’azienda biomedicale di Mirandola. La prima è del fondo cinese Tianyi e dell’azienda svedese Norrdia, interessati a rilevare gran parte delle linee produttive reintegrando in tre anni 125 lavoratori in modo diretto e altrettanti attraverso sinergie con Euroset e Livanova. La seconda offerta è quella del Consorzio Frattini, guidata dall’ex amministratore delegato di Bellco e Mozarc Medical Luciano Frattini: l’occupazione iniziale sarebbe di 150 persone mentre altre 91 andrebbero in cassa integrazione con la prospettiva di un parziale riassorbimento in 5 anni. Mancano al momento informazioni sui soci finanziari, per un piano che prevede almeno 40 milioni di investimenti. La terza proposta è stata avanzata da Bci, un fondo industriale di investimenti che prevede di affiancare al business esistente anche la produzione di batterie in grafene ma coinvolgendo un numero di lavoratori nettamente inferiore alle due offerte precedenti. Per l’assessore al lavoro dell’Emilia-Romagna Giovanni Paglia e la sindaca di Mirandola Letizia Budri, presenti al tavolo del ministero, si tratta di un passo avanti importante. Ora però, dicono anche i sindacati, è fondamentale approfondire le proposte che non prevedono in alcun caso l’assorbimento totale dell’occupazione. Giovedì 6 febbraio è previsto un nuovo incontro al Mimit in cui i soggetti interessati presenteranno in modo più dettagliato i propri piani industriali.

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