Pubblicata da “Italia Oggi” la classifica dei capoluoghi italiani per qualità della vita, Milano al primo posto, Caltanissetta all’ultimo
MILANO – Qualità della vita, Modena sale dal 17° all’11° posto. Secondo la classifica stilata da “Italia Oggi” la nostra città è premiata per quanto riguarda ricchezza, istruzione e ambiente. Male il dato su reati e sicurezza e su turismo e cultura, migliora quello per i servizi alla salute. Milano, Bolzano e Bologna: sono queste secondo il giornale “Italia Oggi”, le città dove si vive meglio nel Belpaese. E Modena sale dal 17° all’11° posto. In fondo alla classifica, 107°, Caltanissetta. La ricerca si basa su 9 indicatori ma con dati riferiti al 2024 o addirittura al 2023. Tutti i capoluoghi dell’Emilia-Romagna, eccetto Piacenza e Ferrara, sono nelle prime 20 posizioni, a conferma che nei nostri territori, tutto sommato, si sta bene. Modena si conferma nella parte alta della graduatoria per ricchezza, reddito e occupazione. Male invece per quanto riguarda reati e sicurezza: Modena è 84°, Milano, pur con la qualità della vita migliore d’Italia, addirittura ultima in classifica. A pesare sotto la Ghirlandina sono il numero di reati denunciati che riguardano lesioni, scippi e furti in appartamento. Migliora però il dato sulla sicurezza sociale, pur gravata da un’alta percentuale di infortuni sul lavoro e morti per tumore. Modena vanta buone posizioni per quanto riguarda l’ambiente, con l’8° posto per numero di auto elettriche o ibride, il 10° per piste ciclabili, il 13° per verde urbano. Molto bene anche il tema istruzione: 4° posto in Italia per la formazione continua, 7° per servizi all’infanzia. Migliora anche la valutazione per i servizi alla salute ma la posizione non si può certo dire soddisfacente, dal 78° al 59° posto. Tuttavia chi nasce a Modena ha una speranza di vita di 84,2 anni, un dato che fa della nostra città la 26esima in Italia. Sbalordisce in negativo infine il dato su “turismo e cultura”, dove Modena crolla dal 15° posto all’81°: qui però molti dei dati analizzati risalgono addirittura al 2022 e non sempre paiono cogliere vivacità o qualità culturale.