Al via domani, 7 agosto. La Cgil di Modena chiede di istituire un osservatorio per anticiparne gli effetti. Si teme una stangata soprattutto per cibo, motori e ceramica.
MODENA – Un Osservatorio con sindacati, imprese, Camera di commercio, università e istituzioni per affrontare l’impatto dei dazi americani sull’economia modenese. E’ quanto chiede la Cgil Modena, alla vigilia dell’introduzione dei dazi, per leggerne in anticipo le dinamiche e trovare soluzioni per imprese e filiere. “Non ci sarà sviluppo se l’Italia si arrenderà alla perdita della nostra manifattura”, dice il sindacato, che mantiene un giudizio fortemente critico sull’accordo raggiunto che prevede “un passo indietro sulla Web Tax che avrebbe colpito le Big Tech” e ricorda come oggi siano soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati a sostenere il carico fiscale.
Un ulteriore rischio è che le imprese siano spinte a delocalizzare negli Stati Uniti. L’export modenese verso gli Stati Uniti vale oggi 2,4 miliardi di euro, pari al 17% del totale delle esportazioni provinciali che ammontano a 18,2 miliardi. Distretti già in sofferenza come quello ceramico, meccanico e del tessile abbigliamento rischiano un ulteriore indebolimento, ma le ricadute potrebbero estendersi anche a settori strategici come agroalimentare e biomedicale. Da qui la richiesta di politiche industriali per difendere la vocazione manifatturiera modenese, aprendo canali commerciali verso i paesi Brics e sostenendo la domanda interna con l’aumento dei redditi. L’incertezza resta tanta, in un clima già di contrazione dei mercati: l’allarme arriva mentre la cassa integrazione nella nostra provincia è aumentata del 45% nel primo semestre 2025. I dati della Camera di Commercio, mostravano poi come già nel 2024 l’export modenese fosse calato dell’1,85%, con la meccanica in calo del 9,4% e il tessile del 12,45%. Ora la nuova stangata.