La morte delle gemelle Kessler riaccende il dibattito anche in Emilia Romagna sul suicidio assistito. “Serve una legge nazionale” dice il presidente della Commissione regionale delle politiche sanitarie, Gian Carlo Muzzarelli. La palliazione resta invece la scelta più giusta di accompagnamento per i bioeticisti
MODENA – La scelta di morire insieme, nella casa in Baviera. Il suicidio assistito delle gemelle Kessler, a 89 anni, riaccende i riflettori anche a Modena ed in Emilia Romagna su questo tema così delicato. In Italia le cose sono diverse rispetto alla Germania, dove la “scelta di morire” è consentita in base ad una sentenza della Corte Costituzionale del 2020. “Serve una legge nazionale” dice il presidente della Commissione regionale delle politiche sanitarie, il modenese Gian Carlo Muzzarelli. Toscana e Sardegna si sono mosse autonomamente con una legge regionale; l’Emilia Romagna per ora fa riferimento alla sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale, nota anche come “Cappato-Dj Fabo”, che di fatto ammette un ambito di aiuto non punibile al suicidio in determinate condizioni. Su scala regionale è del 2024 una delibera di Giunta per le cure palliative. La priorità è quella di creare un percorso per un fine vita dignitoso. La palliazione resta invece la scelta più giusta di accompagnamento per i bioeticisti.