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Resterà chiuso trenta giorni il viadotto sulla Nuova Estense, già dalla serata di ieri interdetto al transito. La decisione è stata assunta da Anas, dopo i primi rilievi sulla struttura. Forte preoccupazione per le ripercussioni sul traffico e gli inevitabili disagi sono state espresse dai sindaci

SERRAMAZZONI (Modena) – Resterà chiuso un mese, fino al 28 marzo, e non solo qualche giorno come inizialmente annunciato, il viadotto sulla Nuova Estense, l’imponente opera di collegamento tra Serramazzoni e Pavullo. Lo ha deciso Anas, a seguito delle prime verifiche effettuate dopo la chiusura al transito disposta già nella serata di ieri. Considerata la mole di veicoli che ogni giorno percorrono quel tratto di strada, collegamento viario veloce tra montagna e pianura e viceversa, i disagi si annunciano enormi. La chiusura del ponte comporterà infatti significativi flussi di traffico sulle arterie secondarie, con un sovraccarico importante di flussi viari e con il rischio concreto di congestionamento del transito. Forte la preoccupazione espressa dai sindaci di Serramazzoni e Pavull

di Nicole Mattioli

Lungo 195 metri, il grande viadotto sulla Nuova Estense venne costruito ed inaugurato nel 1982, quando l’Abetone-Brennero era ancora una strada provinciale. Con i suoi 53 metri d’altezza, il ponte sovrasta l’alveo del Rio Torto e, di fatto, scavalca l’intera vallata tra Serramazzoni e Pavullo. Si tratta del viadotto più grande ed imponente dell’intera provincia di Modena, anche per importanza funzionale visto che, insieme alla strada statale 12, garantisce l’unico collegamento viario veloce, dalla montagna alla pianura e viceversa. Sospesi ad oltre 50 metri di altezza, su quell’infrastruttura transitano ogni giorno migliaia di veicoli, Tir compresi. Ma il traffico imponente e gli anni trascorsi hanno iniziato a presentare il conto. Già nel 2018, dopo la tragedia di Genova con il crollo del Ponte Morandi, erano stati posti in evidenza i segni di erosione che avevano consumato parte del basamento in cemento armato di uno dei piloni principali. Ed i timori sulla tenuta, da parte di residenti ed automobilisti, erano stati davvero alti. Ma i tecnici Anas, dopo i primi riscontri, avevano assicurato sulla stabilità delle fondazioni, oggetto comunque di un continuo monitoraggio, soprattutto da quando, in base alle nuove norme europee, ogni tre mesi deve essere compilata una dettagliata informativa sulle condizioni strutturali. Le ultime verifiche avevano appunto evidenziato la necessità di lavori di manutenzione, tanto che, già nella serata di giovedì, a seguito del montaggio del ponteggio, era stato disposto il senso unico alternato anche per consentire accertamenti propedeutici all’inizio delle attività. E’ stato a quel punto che, dai controlli effettuati, è risultata un’evoluzione del degrado delle strutture dell’impalcato tale da rendere necessaria la chiusura del ponte.


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