All’indomani della scarcerazione restano ancora tanti gli interrogativi sulla sparizione della 31enne di Montefiorino. Intanto lo “sceriffo” ha trascorso in un appartamento a Polinago la prima notte da uomo libero. Per lui infatti il giudice ha disposto l’obbligo di firma.
MODENA – Domenico Lanza, il 67enne indagato per la scomparsa di Daniela Ruggi, finito in carcere per detenzione abusiva di armi è un uomo libero. Per la detenzione di armi andrà a processo il prossimo 8 aprile. Intanto lo sceriffo è stato liberato ieri, dopo tre mesi di detenzione. A lui i Carabinieri erano arrivati perché poco dopo la sparizione di Daniela Ruggi, in diretta tv aveva mostrato alcuni indumenti della donna, riposti nel baule dell’auto, raccontando che erano amici e che lui spesso le dava una mano. Lo aveva fatto con la speranza di contribuire alla risoluzione del caso. Da lì i sopralluoghi dei militari nella sua abitazione di Polinago, dove avevano trovato alcune armi e poi insieme ai Ris avevano effettuato alcuni prelievi. Di Daniela Ruggi però non è stata trovata al momento nessuna traccia. Tre mesi trascorsi in carcere per Lanza, durante i quali l’indagine sembra essere entrata in un vicolo cieco. Segnalazioni di avvistamenti, ma di Daniela Ruggi, scomparsa da Montefiorino a settembre nessuna notizia. Le ultime ricerche a Vitriola da parte dei carabinieri lo scorso 13 febbraio, poi la testimonianza dell’amico Sossio Varra, che ha dichiarato di averla vista l’ultima volta il 3 settembre gettando ombre sul fratello della donna, con il quale litigava molto spesso.
E ancora il mistero dei telefoni della donna, almeno due, che risultano irraggiungibili sebbene uno dei due dispositivi nel giorno della scomparsa avrebbe agganciato proprio la cella vicina alla casa di Vitriola. Tutte domande al momento senza alcuna risposta.