A Modena lo usano Squadra Volante, Stradale, PolFer e corpi dei Carabinieri. Butelli: “Sono professionisti specificamente formati”
MODENA – Dopo la morte di due persone il tema ritorna d’attualità: il Taser, o storditore elettrico ora in dotazione alle forze dell’ordine, fa discutere. E chi oggi lo maneggia per le prime volte – ben più di mille, in realtà, gli utilizzi in tutta Italia – si trova alle prese con un dilemma in tutto simile a quello che riguarda l’uso della pistola d’ordinanza: farne uso, col rischio che risulti letale. I sindacati di Polizia e Carabinieri in realtà sono chiari da sempre: il Taser è un’arma, a tutti gli effetti; e il suo protocollo di utilizzo è molto simile a quello della 92S d’ordinanza, ogni azione dello strumento è tracciata sin da quando lo storditore elettrico viene scollegato dalla carica; l’addestramento avviene in modo analogo, prima prove di carico e scarico in bianco ossia senza esplodere colpi e poi l’opportuno allenamento al poligono. La sola vera differenza è che la pistola la sanno usare tutti gli agenti delle forze dell’ordine, mentre il Taser è appannaggio esclusivo di coloro che hanno potuto essere adeguatamente formati. E sulla sua utilità i sindacati non hanno dubbi. A Modena il Taser è già in uso presso la Squadra Volante, la Polizia Stradale, gli equipaggi PolFer che viaggiano a bordo dei treni e in vari comparti dell’Arma dei Carabinieri – non ancora, invece, presso la Polizia Locale. Anche il Nuovo Sindacato Carabinieri difende lo strumento, chiedendo tutela ai militari coinvolti – inclusi i due che ne hanno fatto uso a Olbia e Genova, provocando il decesso delle persone colpite – ma ribadendo anche la necessità che le regole d’ingaggio e d’impiego vengano sempre rigorosamente rispettate.