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Era camuffata da “tè verde” la mezza tonnellata di canapa sequestrata all’Aeroporto Marconi di Bologna. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza

Modena – Negli ultimi anni la Guardia di Finanza ha alzato la guardia sul fronte dell’e-commerce: le aziende che maturano in breve tempo utili enormi sono oggetto di particolari attenzioni, soprattutto se la categoria merceologica – per così dire – desta qualche sospetto. Così, le Fiamme Gialle non hanno potuto fare a meno di notare una piccola società di e-commerce nata nel 2023 e salita, in meno di due anni, all’impressionante fatturato di 5 milioni di euro vendendo in Italia e all’estero quello che formalmente era classificato come “Tè Verde”. Commercio connesso a un’altra azienda, agricola questa volta, specializzata in sementi e floricoltura, che in realtà non produceva affatto tè verde, ma canapa. Tenendo monitorate le spedizioni la Finanza è riuscita a intercettarne una, all’Aeroporto Marconi di Bologna, di ben 500 chili: sotto l’etichetta tè verde c’erano sostanze verdi sì, ma illegali, accuratamente poste sottovuoto, ed è scattata la denuncia. Il destinatario è un trentenne modenese, già gravato da precedenti specifici e ora indagato per produzione, detenzione e commercio di sostanze stupefacenti o psicotrope, provvedimento è stato emesso dalla Procura di Modena. Ora il lavoro degli inquirenti si concentrerà sulle finalità della produzione – secondo la recente normativa la canapa si può infatti coltivare e utilizzare per fini industriali (ad esempio la produzione di cosmetici) ma non si può vendere – e anche sulle sovvenzioni europee ottenute per l’acquisto di alcuni materiali e macchinari. Questioni tecniche che richiederanno tempo per fare luce su una zona grigia a livello normativo, con una certezza: che quello trovato all’aeroporto, tè verde, proprio non era.

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