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Alice Neri, iniziati i rilievi sull’automobile carbonizzata

Il mezzo, custodito in un’autofficina di Carpi, viene passato al setaccio dai Carabinieri dei RIS

CARPI (Modena) – A due anni e mezzo dal ritrovamento è cominciata, questa mattina, l’analisi dell’automobile carbonizzata nella quale, il 17 novembre del 2022, furono ritrovati i resti di Alice Neri. Gli avvocati e i periti nominati dalle parti hanno raggiunto l’autofficina di Carpi incaricata di custodire il mezzo: per la difesa di Mohamed Gaaloul, unico imputato per l’uccisione della donna, all’avvocato Roberto Ghini sono affiancati il perito balistico Raffaella Sorropago e altri due esperti, l’ingegner Marco Spazian e la genetista medica Marina Baldi; per l’accusa, l’avvocato Cosimo Zaccaria ha indicato il criminalista Nicola Caprioli e la dottoressa Alessandra Silvestri. Un terzo avvocato, Marco Pellegrini, era sul posto in quanto legale del fratello di Alice, Matteo Marzoli. A ispezionare i resti carbonizzati nella Ford ci sono pure i RIS di Parma: il lavoro è necessariamente delicato, si cercano frammenti, magari dell’arma del delitto – un’arma da taglio, secondo quanto rivelato dall’autopsia, sin qui mai ritrovata – ma anche tracce di sangue, che secondo la difesa potrebbero condurre ad altre persone sin qui non indagate. L’accesso all’autocarrozzeria ovviamente vietato, soprattutto dopo il primo episodio di mancata vigilanza occorso presso un’altra officina, all’interno della quale furono inspiegabilmente sostituiti i cerchioni della Ford carbonizzata. L’evidenza scientifica su chi abbia ucciso Alice Neri potrebbe riemergere dalle lamiere distrutte dalle fiamme ma il lavoro, lungo e complesso, è appena cominciato.

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