Carpi diventa terra del cappelletto grazie alla ricetta ufficialmente codificata. Lo ha stabilito la Giunta, chiunque vorrà ottenere la denomincazione comunale d’origine dovrà attenersi al disciplinare
CARPI (Modena) – Secoli di dibattiti culinari, di rivendicazioni, di questioni d’orgoglio regionale e dilemmi. E tra i due litiganti, Modena e Bologna, spunta il terzo che gode. Sui social, la pagina Modena&Dintorni, ha ufficialmente riaperto la competizione, preceduta dal disciplinare dei Cappelletti di Carpi approvato dalla giunta. Ebbene sì, da oggi per ottenere la De.C.O, denominazione comunale d’origine, servirà rispettare la ricetta del vero cappelletto: carne di maiale, prosciutto crudo e mortadella, parmigiano reggiano, noce moscata e pangrattato.
La signora Eola Papazzoni, una istituzione nella nostra provincia, fa parte della commissione comunale, ha studiato la ricetta del ripieno, lavora la pasta come faceva da piccolina, come da tradizione. Qualità è la parola d’ordine.
Una volta, ci racconta, il cappelletto lo si proponeva in occasioni speciali, Natale e alle sagre. Ora pure a ferragosto, come si nota dai suoi preparativi e con una famiglia numerosa alle spalle contarli diventa impossibile.