Condizioni fatiscenti di alcune aree, bene invece il capitolo della formazione dei detenuti. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’associazione Antigone dopo le visite a Modena.
MODENA – Il sovraffollamento, la principale malattia delle carceri italiane; al Sant’Anna di Modena, con 568 detenuti su una capienza di 372, è pari al 153 %, terzo in regione dopo Bologna e Ferrara. E’ il primo dato che salta all’occhio nel report annuale dell’associazione Antigone che ha visitato tutte le case circondariali dell’Emilia Romagna. Tra le problematiche del carcere modenese, secondo l’associazione, le condizioni di alcune aree, in particolare il vecchio padiglione.
Dei 568 detenuti, 341, pari al 60 per cento, sono stranieri, 29 le donne. La saturazione degli spazi rende la circolazione dei detenuti difficile nonostante gli sforzi organizzativi del personale, in base, si legge nel rapporto, a criteri comportamentali, anagrafici e in parte anche etnici . Buono il capitolo dedicato alla formazione e all’integrazione della popolazione detenuta.
Rimane la piaga dei suicidi, 5 al Sant’Anna dal 31 dicembre 2024.
Meglio la situazione alla casa di reclusione e di lavoro di Castelfranco Emilia, dove sono presenti 97 persone di cui 40 detenuti e 57 internati (ovvero persone sottoposte a misura di sicurezza). Gli ambienti, osserva Antigone, sono curati e puliti e le nuove celle di dimensioni maggiori.