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Caso Paragon, spiato anche Don Mattia Ferrari

Anche il sacerdote modenese tra gli obiettivi di un sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate.

MODENA – Anche don Mattia Ferrari, sacerdote cresciuto nella parrocchia di Formigine e cappellano di bordo di Mediterranea Saving Humans, è tra le persone spiate nel cosiddetto caso Paragon. A renderlo noto è la stessa Ong con cui collabora, che sottolinea anche come don Mattia sia impegnato con Mediterranea non a titolo puramente individuale ma come servizio in piena comunione e sintonia con le autorità ecclesiastiche, che hanno quindi giurisdizione su questioni di tale natura. Don Mattia è stato avvisato da Meta di essere l’obiettivo di un sofisticato attacco sostenuto da entità governative non meglio identificate. La notifica di minaccia è stata comunicata lo stesso giorno in cui era stata riferita a Luca Casarini, capomissione e tra i fondatori di Mediterranea: un fatto preoccupante, pensare di essere presi di mira come parte di uno stesso gruppo. Il software infiltrato è chiamato “graphite” ed è stato progettato dall’agenzia israeliana “Paragon solutions”. Questa ha dichiarato di averlo fornito al governo statunitense e ad altre agenzie governative di intelligence di paesi alleati. Mediterranea afferma di essere a conoscenza di altri casi, in Italia e all’estero, di spionaggio ai danni di difensori dei diritti umani, attivisti e giornalisti. La stessa Ong afferma che i servizi segreti italiani tengono monitorate le attività di Luca Casarini e don Mattia Ferrari per quanto riguarda i soccorsi in mare e l’aiuto alle persone rinchiuse nei lager libici. Secondo alcune ricostruzioni, Paragon aveva stipulato due contratti di fornitura col governo italiano, uno coi servizi segreti e uno con una forza di polizia. Spionaggi da 20-30mila euro a utenza, 100 volte di più di quanto costano le normali intercettazioni telefoniche. I ministri del governo Meloni hanno negato di averlo usato contro giornalisti ma si sono più volte contraddetti e la stessa azienda ha sospeso la fornitura all’Italia per violazione delle regole contrattuali: un sistema di spionaggio pensato contro i terroristi non può essere utilizzato contro chi difende i diritti umani.

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