Ci sono anche quattro sedicenti imprenditori modenesi delle plastiche tra i coinvolti nell’operazione della Guardia di Finanza di Brescia che ha portato all’arresto di dodici persone e riacceso la luce sui rapporti tra ‘ndrangheta e imprese regolari
MODENA – C’erano anche quattro modenesi tra i coinvolti in un giro di truffe fiscali che coinvolgeva prestanome in dodici province e contatti esterni in Bulgaria, Spagna, Svizzera; sodalizio ora sgominato dall’operazione internazionale antifrode condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia: dodici le persone arrestate, in parte affiliati alla ‘ndrangheta e in parte imprenditori “non più vittime ma alleati delle ‘ndrine”, così li ha descritti il Procuratore capo di Brescia Francesco Prete. L’associazione avrebbe avuto centro tra Melia di Scilla e San Roberto, in Calabria, e avrebbe costituito 70 società fittizie con sedi anche all’estero per emettere fatture false e permettere alle imprese conniventi di evadere il fisco o ottenere incentivi. Tra queste c’erano quattro società con sede a Modena specializzate, in teoria, nella commercializzazione di materiali plastici – in realtà società-schermo, fatturifìci utili soltanto ad alimentare il giro illegale: tutti e quattro i soggetti indagati, amministratori di diritto di altrettante società, sono ritenuti coinvolti – in base a quanto emerso nelle perquisizioni – nel giro illecito che avrebbe preso il via ben otto anni fa, nel 2017. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato, tra Modena e le altre province, 8 milioni e mezzo di euro in beni a una settantina di soggetti complessivamente coinvolti nell’indagine, ma gli inquirenti ritengono che il giro d’affari del sodalizio criminale raggiungesse i 365 milioni di euro. E accanto alle truffe anche rapine – una da 600.000 euro in contanti avvenuta a Milano – e gesti intimidatori nei confronti di coloro che minacciavano di passare alla “concorrenza”.