“Costo energia decisivo, l’inerzia del Governo e le normative europee ci penalizzano”
MODENA – La bolletta energetica italiana mette a rischio uno dei settori portanti della nostra industria, quello ceramico. L’inerzia del Governo su questo fronte e la penalizzante normativa europea minano i conti del settore e aumenta il rischio di localizzare all’estero le produzioni: questa la denuncia di Augusto Ciarrocchi, presidente di Confindustria ceramica che oggi ha riunito l’assemblea dei soci per il rinnovo del Consiglio direttivo. Il settore della ceramica conta su 122 imprese con oltre 18mila addetti diretti e ha visto nel 2024 una faticosa tenuta delle posizioni: il fatturato totale che supera i 6 miliardi è calato dell’1,8%, lieve calo anche delle esportazioni mentre crollano gli investimenti con un calo del 19,4%. I costi energetici rischiano di mettere fuori mercato le imprese italiane e Confindustria ceramica invoca soluzioni strutturali per sostenere un settore che non potrà contare a tempi brevi su alternative tecnologiche all’uso del gas. Occorre un cambio di rotta sul sistema europea che valuta le emissioni, caricando le imprese di 120 milioni l’anno di extra costi, oltre a misure concrete da parte del Governo. Nel quadro problematico, una nota positiva che testimonia della volntà di reagire: Confindustria ceramica annuncia che a tre mesi dal 45°Cersaie, il salone registra già il tutto esaurito.