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Dazi al 20% sul “Made in Modena”. E la moda trema

“Settore già stremato da guerra e pandemia” secondo l’imprenditrice Tamara Gualandi: “Molti rischiano di chiudere”

CARPI (MO) – Anche il distretto tessile carpigiano fa i conti con i dazi imposti da Donald Trump: aziende già in crisi per pandemia e guerre rischiano di chiudere, al governo e all’Europa la richiesta di supporto. Nonostante le citazioni di Elon Musk, evidentemente contrario ai dazi, e gli apprezzamenti niente meno che di Carrie Underwood che nel giorno dell’insediamento di Donald Trump ha cantato e incantato indossando un abito carpigiano di Opificio Modenese, l’ex Tycoon tira dritto per la sua strada. Sotto i riflettori grazie a Trump e ora in crisi, a causa di Trump. Il distretto tessile, dopo la crisi post pandemica e le guerre in atto, dovrà anch’esso fare i conti con il 20% imposto dal presidente statunitense e si tratta di ulteriore colpo alla filiera. Il mercato americano era ed è tra i più importanti secondo l’imprenditrice modenese Tamara Gualandi, e il rischio di vedere altre aziende in difficoltà si preannuncia alto. Anche il rapporto inverso, tra aziende americane ed Europa per la confezione del capo sarà minato. Ergo, i produttori di tessuto italiano sanno già da ora che il fatturato 2025 zoppicherà parecchio. Dazi così alti non erano previsti.

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