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Finisce la relazione, lei lo denuncia per violenza sessuale. Condannato a 4 anni

Il 30enne modenese era accusato di violenza sessuale dalla ex compagna che lo ha denunciato alcuni mesi dopo la fine della loro storia

MODENA – E’ stato condannato a 4 anni con l’accusa di violenza sessuale. La vicenda riguarda una coppia di 30enni modenesi, fidanzati per 14 anni, gli ultimi cinque anche conviventi. I fatti sono avvenuti nel 2022, e la denuncia da parte della donna è arrivata qualche mese dopo, a inizio 2023, quando la storia era finita. La donna ha denunciato l’ex compagno per quanto accaduto nella parte finale della loro relazione, quando i due avrebbero consumato un rapporto sessuale senza il consenso della donna. La vittima oggi presente in aula ha riferito di non essere stata sottoposta né a violenza fisica né verbale, ma di essersi sentita sopraffatta perché quel rapporto lo aveva rifiutato. Per questo episodio il 30enne, incensurato, è stato condannato a 4 anni di carcere con le aggravanti della relazione affettiva con la donna e della minorata difesa, perché secondo secondo la ricostruzione della donna, confermata anche nella deposizione in aula, lei si è sentita “vittima dell’abuso al quale non aveva saputo reagire in quanto sopraffatta da uno stato di angoscia e ansia di cui quel giorno era stata vittima”. L’accusa aveva chiesto sei anni. La donna non si è costituita parte civile e non ha nominato un difensore, ma il procedimento, perseguibile d’ufficio, è partito dalla querela presentata dalla stessa. L’avvocato difensore del ragazzo, Fausto Gianelli, in attesa delle motivazioni della sentenza, ha già preannunciato che ricorrerà in appello. “Pur nell’imprescindibile e fondamentale rispetto che alle presunte vittime di un reato odioso quale quello di stupro va senz’altro assicurato e garantito, desta preoccupazione un’interpretazione estensiva che giunge a considerare violenza sessuale, come tale punibile con le pesantissime pene detentive che questo reato prevede, un rapporto consumatosi senza violenza fisica né alcuna forma di costrizione e minaccia all’interno di una relazione durata 14 anni, dei quali 5 di convivenza” – ha commentato. “Nel caso giudicato ieri dal Tribunale di Modena in composizione collegiale è stato infatti appurato come, dopo la cessazione della relazione e a distanza di alcuni mesi, la donna avesse rielaborato l’ultimo rapporto sessuale consumato con l’ex fidanzato, ritenendolo un degradante atto di violenza sessuale pur in assenza di una condotta violenta da parte del compagno. In quell’occasione, dopo un suo primo diniego, la donna non aveva interrotto il rapporto in quanto si sarebbe sentita sopraffatta dall’ansia. Del fatto non aveva parlato al compagno nei giorni successivi ma, dopo aver abbandonato la casa comune e interrotta la convivenza, aveva poi sporto querela. L’avvocato Gianelli sottolinea come in questo modo si rischia di allargare in maniera preoccupante i confini di un reato gravissimo, giungendo a qualificare come violenze sessuali rapporti consumati all’interno di una coppia nel quale una delle parti possa sentirsi intimamente abusata pur in assenza di alcuna costrizione che il partner abbia posto in atto. Se la lotta contro ogni forma di violenza e l’imprescindibile tutela delle donne deve diventare un patrimonio comune e condiviso della società, allargare la nozione di violenza sessuale a ipotesi di questo tipo rischia di aprire il campo a contenziosi imprevedibili e pericolosi”.

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