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Il Duca che “fece” l’Italia: la polemica non si placa

La targa pronta ad essere svelata a Palazzo Ducale. “Uno sfregio alla memoria del Risorgimento e di Ciro Menotti, ucciso dai Duchi. Una distorsione della storia”: queste le obiezioni, contenute anche in un’interrogazione parlamentare presentata da Stefano Vaccari del PD.

MODENA – Non si placa la polemica attorno alla scopertura di una targa che attribuisce ai Duchi un ruolo attivo nella formazione del Regno d’Italia: oggetto di un’interrogazione parlamentare richiesta dal PD, e di un acceso dibattito tra associazioni, la targa suscita stupore anche tra gli appassionati di storia.
È già imbullonata in una delle facciate monumentali più belle d’Italia, coperta da un velo appena, e sabato verrà scoperta: si tratta della targa della discordia affissa a Palazzo Ducale; della lapide che ricorda il Ducato Austriaco-Estense di Modena come “uno degli antichi Stati che diedero vita al Regno d’Italia”, testuali parole. Per la verità, proprio lì accanto, ci sarebbe un signore – Ciro Menotti – pronto a giurare che i Duchi tentarono di fare esattamente l’opposto, di impedire che il Regno d’Italia prendesse vita, ma purtroppo è stato giustiziato dal Ducato stesso il 26 maggio del 1831, proprio per aver attivamente partecipato a un tentativo di rivolta. La polemica infuria da giorni ed è tutta politica, come al solito, con il PD che ha presentato un’interrogazione parlamentare ritenendo inconcepibile dare agli Asburgo parte del merito per l’unità d’Italia, mentre la controparte è convinta che si tratti di un equivoco, che il ricordo della Modena Ducale sia la semplice enunciazione di un fatto storico. E su questo non ci sarebbe niente da dire, tanto che gli eventi in cui la scopertura della contestata targa si innesta sono numerosi, prendono il via domani e celebrano – già oggi – il centocinquantesimo anniversario della morte dell’ultimo Duca di Modena e Reggio, Francesco V d’Austria-Este: nei prossimi tre giorni sono in programma convegni, concerti, la scopertura di un dipinto a olio del Duca, realizzato da Giulia Santopietro e donato all’Accademia Militare dalla Fondazione Croce Reale; è la targa a lasciare perplessi, per le ragioni sopra esposte. Perché celebrare il ruolo del Ducato nell’unità d’Italia – letteralmente – in faccia a Ciro Menotti? E perché farlo adesso, in un contesto storico completamente slegato da quei fatti? Chi l’ha proposta, e per dimostrare che cosa? Ma soprattutto, perché quella frase? Quando sarebbe semplicemente bastato recare, sulla facciata dell’Accademia, il ricordo della presenza dei Duchi, in città per ben 262 anni? Non si può dire sia tragico, per di più con tante tragedie in corso nel mondo; ridicolo semmai, litigare attorno a quello che è senza dubbio un retaggio storico, anche prestigioso sul piano artistico e architettonico, che tuttavia Modena non riesce a rendere un simbolo, un brand, perché presentato in modo distorto, non contestualizzato in ciò che era realmente ma in ciò che diventa – a sua insaputa – con centosessantacinque anni di ritardo. Tanto che alla scopertura della contestata targa pare verrà pure eseguito l’inno Nazionale – d’Asburgo però! Di cui riportiamo un verso: Sempre d’Austria il soglio unito / Sia d’Asburgo col destin! Perché?

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