Il personale di un’altra struttura della provincia dove la donna aveva lavorato nel 2023 avrebbe infatti denunciato la collega dopo averla sorpresa a falsificare prescrizioni farmacologiche su pazienti molto gravi.
MODENA – Ci sarebbero altre due denunce precedenti a carico dell’infermiera 49enne accusata di omicidio volontario per avere procurato il decesso di una ospite di una Rsa di Formigine. Il personale di un’altra struttura della provincia dove la donna aveva lavorato nel 2023 avrebbe infatti denunciato la collega dopo averla sorpresa a falsificare prescrizioni farmacologiche su pazienti molto gravi entrando nel sistema informatico attraverso le credenziali di un medico, ma ancora prima, hanno ricostruito gli inquirenti, ci sarebbero altri episodi simili in altre due Rsa dove la donna aveva lavorato nel 2020 e nel 2021. L’infermiera sarebbe stata allontanata dalle strutture ma mai interdetta dalla professione, trovando così un altro impiego nella Rsa formiginese. Ombre sul passato della professionista sulle quali ora i carabinieri, coordinati dalla Procura, stanno cercando di fare luce: secondo gli inquirenti potrebbero infatti esserci altre morti sospette nel passato della 49enne. Ma il quadro accusatorio per il momento ha un punto fermo: il grave episodio avvenuto nella struttura di Formigine. Secondo gli inquirenti il 31 maggio scorso l’infermiera avrebbe iniettato aria nel catetere venoso di una paziente di 62 anni affetta da sla, allo stadio terminale della malattia, provocandone il decesso. Anche in questo caso la segnalazione è partita dal personale, segnalazione che ha fatto scattare l’indagine della procura. La donna è accusata di omicidio volontario, aggravato dall’essere stato commesso con mezzo insidioso con premeditazione e a danno di una persona ricoverata.