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Dal primo documento ufficiale datato 1495 ai quindici anni di abbandono seguiti alla chiusura della Banca d’Italia: in Corso Canalgrande, alle porte del centro, Palazzo Boschetti riprende forma con un’opera di restauro che punta a riportare in luce le originali caratteristiche rinascimentali e rococò.

MODENA – Cinquecentoquattordici anni dopo quel primo documento ufficiale, passata attraverso due radicali trasformazioni – ultima delle quali quella in Banca d’Italia con annessi caveau e schedari – Palazzo Boschetti torna a ricevere cure speciali per iniziare la sua quarta vita: grandi aree abitabili, fra i due e i trecento metri quadrati ciascuna, e una zona polifunzionale che potrà diventare ancora una volta una banca, alle porte del centro e proprio di fronte a teatro e tribunale. I lavori si concluderanno a fine 2027 e per allora, spiega l’architetto Silvia Giacobazzi, un restauro minuzioso dal punto di vista filologico dovrà restituire alla città di Modena tracce stavolta indelebili delle sue tre vocazioni: rinascimentale, barocca-rococò e ottocentesca.
La ricostruzione di Palazzo Boschetti è, dunque, soprattutto storica: non solo i colori ma anche i materiali torneranno ad essere, ovunque sia possibile, quelli d’origine. Ad esempio il travertino usato per conferire al salone l’aspetto “bancario” dell’ultimo secolo.

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