E’ stato il più grande attentato terroristico in Italia nel secondo dopoguerra, ultima strage compiuta durante gli Anni di Piombo. Tra gli 85 morti anche tre modenesi
BOLOGNA – Era un sabato anche quel giorno di 45 anni fa. Sabato 2 agosto 1980, quando alle 10.25 esplose l’ordigno nella sala d’aspetto della stazione che costò la vita ad 85 innocenti e ferì oltre 200 persone. C’era una bomba nascosta in una valigia abbandonata, 23 chilogrammi di esplosivo che lacerarono la vita di tante famiglie per sempre. Fu un massacro. Il più grande attentato terroristico in Italia nel secondo dopoguerra, ultima strage compiuta durante gli Anni di Piombo, un attacco eversivo che voleva destabilizzare il sistema nella strategia della tensione inaugurata da Piazza Fontana a Milano e della strage di Piazza Loggia a Brescia poi dall’Italicus. Negli anni è diventata la strage per antonomasia
Quasi subito le indagini si indirizzano verso un unica pista quella neofascista ma a causa dei depistaggi orchestrati da numerosi soggetti tra cui il capo della loggia P2 Licio Gelli bisognerà aspettare 15 anni per la prima sentenza di condanna dei terroristi neri Fioravanti e Francesca Mambro, appartenenti alla banda armata che aveva organizzato e realizzato l’attentato. La condanna arrivo’ nel 1995. Più tardi, nel 2007 arriva quella dei due terroristi dei nuclei armati rivoluzionari Luigi Ciavardini, minorenne all’epoca dei fatti e nel 2020 quella di Gilberto Cavallini. Condanne definitive a cui si aggiunge la più recente a Paolo Bellini riconosciuto colpevole in concorso della strage e condannato all’ergastolo, il quinto uomo della strage dell’attentato terroristico più sanguinoso della storia della Repubblica.
Tra gli 85 morti di quell’attimo c’erano tre modenesi: Euridia Bergianti, 49 anni di Campogalliano che lavorava al self service della stazione. Carla Gozzi 36 anni di Concordia che si trovava lì insieme al fidanzato Umberto Lugli di 38 di Carpi in partenza per la loro vacanza da innamorati alle Tremiti. I processi hanno dimostrato che c’era chi sapeva e che l’attentato si sarebbe potuto evitare ma oggi e da 45 anni purtroppo raccontiamo un’altra storia