Il giovane era stato trasferito da poco nella struttura modenese, dove le condizioni sono sempre più critiche: 580 detenuti in una struttura con 371 posti regolamentari
MODENA – Ancora una tragedia in carcere: un giovane detenuto tunisino di 24 anni si è suicidato ieri sera nella sezione accoglienza della casa circondariale Sant’Anna. Si tratta del 62° suicidio tra i reclusi in Italia dall’inizio del 2025, secondo i dati diffusi dal sindacato Uilpa Polizia Penitenziaria, il quinto a Modena.
Il giovane era stato trasferito da poco nella struttura modenese, dove le condizioni sono sempre più critiche: 580 detenuti in una struttura con 371 posti regolamentari. A fronte di ciò, solo 225 agenti in servizio, contro un fabbisogno minimo di 296 unità.
“Il sistema è al collasso – denuncia Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa – con carichi di lavoro disumani per gli agenti e condizioni inaccettabili per i detenuti. Da gennaio, si contano 2.500 aggressioni agli operatori penitenziari.” De Fazio chiede di rifondare il sistema detentivo: “Mentre al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si esercitano a pestare l’acqua nel mortaio, nelle carceri si continua a soffrire più del necessario e a morire”.
A livello nazionale, il sovraffollamento tocca quota 63.000 reclusi per poco più di 46.500 posti disponibili. La Uilpa chiede misure urgenti: potenziamento degli organici, ristrutturazione delle strutture, migliori dotazioni e una riforma complessiva del sistema penitenziario.
“Quante persone dovranno ancora morire perché il Governo si attivi seriamente per trovare una soluzione alle inaccettabili condizioni di vita in carcere?” si chiedono i parlamentari modenesi del Partito Democratico Enza Rando, Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra che chiamano in causa il Governo: “In questa situazione infernale, è sconcertante – dicono – che il Sant’Anna non sia stato inserito nel Piano carceri del Governo. Ora l’esecutivo ci dica come pensa di intervenire seriamente su una situazione che è andata da tempo ben oltre il limite del tollerabile.” Anche il segretario cittadino del Partito Democratico Diego Lenzini e il consigliere comunale Luca Barbari stigmatizzano quanto accaduto. “Il fine della pena deve essere rieducativo, mentre le carceri stanno diventando sempre più una discarica sociale”.