Quattro anni di reclusione per gli assistenti della Polizia Locale che immobilizzarono un uomo in barella, credendolo sotto l’effetto di droghe
SASSUOLO- Sono accusati di aver bloccato a forza un uomo su una barella nel pronto soccorso dell’ospedale di Sassuolo per poi malmenarlo, credendolo in preda agli effetti delle droghe e sospettandolo addirittura di spaccio, mentre in realtà l’uomo era semplicemente vittima di una crisi ipoglicemica. I fatti risalgono al 15 ottobre del 2021, mentre ora è giunta la sentenza: due dei quattro agenti della Polizia Locale accusati di tortura e falso ideologico sono stati condannati a quattro anni di reclusione. Oltre a bloccare le braccia dell’uomo sotto i braccioli della lettiga e poi percuoterlo, avevano anche redatto una relazione di servizio “non veritiera” secondo il giudice Roberto Giovanni Mazza; assolti invece gli altri due agenti coinvolti nella vicenda, che tramite il tribunale del Riesame avevano già ottenuto il reintegro: accusati dalla PM Lucia De Santis del solo reato di tortura, secondo il giudice “Non hanno commesso il fatto”. Le indagini erano state condotte dai Carabinieri e avevano portato, in prima istanza, alla richiesta di sei anni di reclusione per i due poi condannati a quattro e di cinque anni, poi ridotti a tre e mezzo, per i due assolti. “Accogliamo con soddisfazione la sentenza di condanna” commenta Caterina Arcuri, l’avvocato della vittima, un 41enne di origine marocchina ma residente nel reggiano, che era stato trovato a terra per strada in stato confusionale e poi trasportato in pronto soccorso; Arcuri definisce la decisione del giudice “equilibrata e coraggiosa”. Per l’uomo è stato anche disposto il risarcimento delle spese legali, oltre a una provvisionale di 10.000 euro. “Grande soddisfazione” pure per l’avvocato Barbara Tassi, difensore dei due assolti: “finalmente, commenta, è stata fatta giustizia dopo l’incubo vissuto dai due giovani”. Si attendono ora le motivazioni delle due sentenze di condanna.