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Un altro detenuto morto suicida in carcere a Modena

L’uomo, un italiano sui 50 anni, ha inalato gas. E’ la terza vittima negli ultimi 20 giorni. L’allarme dei sindacati

MODENA – Nuovo dramma al carcere di Modena dove un altro detenuto è morto per aver inalato gas. Si tratta del quinto decesso avvenuto nei penitenziari dell’Emilia-Romagna in 20 giorni, il terzo al Sant’Anna. A perdere la vita è stato un 50enne italiano che non aveva problemi di tossicodipendenza. Ancora in corso gli accertamenti per capire se si sia trattato di un gesto volontario. A Modena si tratta del terzo morto tra i detenuti in meno di tre settimane. In precedenza un 27enne, originario del Marocco, aveva tentato il suicidio a metà dicembre; nonostante i soccorsi da parte del personale medico del carcere e il trasferimento all’ospedale di Baggiovara, era finito in coma irreversibile ed era stato dichiarato morto la mattina dell’Epifania. Il 31 dicembre anche un macedone di 37 anni si era tolto la vita inalando gas da bombolette. A questi decessi si aggiungono i suicidi avvenuti uno a Piacenza il giorno prima, il 30 dicembre, di un tunisino di 27 anni, che si trovava in isolamento, e quello di un pachistano di 40 anni, nel carcere di Bologna il 3 gennaio. “Le carceri italiane – dicono i garanti dei detenuti Roberto Cavalieri e Laura De Fazio – soffrono di un grave sovraffollamento, ma ora va messo in discussione tutto il sistema di prevenzione dei suicidi nelle strutture, sia sul fronte dell’amministrazione penitenziaria che della sanità regionale”. Al Sant’Anna, con una capienza di 370 posti, ci sono ad oggi più di 570 detenuti, oltre il 60% in più. “I detenuti – dice Giovanni Battista Durante del sindacato di polizia penitenziaria Sappe – usano spesso il gas delle bombolette che detengono legittimamente per cucinare, anche per sballarsi, ma finiscono molte volte per perdere la vita”. Sulla vicenda i parlamentari modenesi del Partito Democratico Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra parlano di situazione intollerabile e annunciano un’interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Il governo -dicono – deve prendere misure urgenti”.

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