CORRELATI
Senza categoria

Aumenta la violenza contro i sanitari. “Ci spaventano – dicono – soprattutto i famigliari”

Cronaca

Mezzetti a spasso con i residenti di Viale Gramsci. VIDEO

Cronaca

Viadotto sul Rio Torto chiuso ancora fino a maggio. VIDEO

Cinque anni fa i 9 morti al Sant’Anna

L’avvocato: “Ricorso alla corte UE ancora pendente”. E si decide anche sull’accusa di tortura

MODENA – Lo scoppio della pandemia, il terrore per il distanziamento impossibile tra le sbarre di un carcere sovraffollato: la violenza che esplode in tutta Italia, da Milano a Foggia e soprattutto a Modena, dove nove carcerati raggiungono l’armadietto dell’infermeria e abusano delle sostanze che si trovano all’interno, pagando con la vita. Otto marzo 2020, cinque anni fa: ieri al circolo Libera di via del Tirassegno sono stati ricordati i morti del Sant’Anna, la cui sorte è creduta diversa da quella accertata dalle indagini: ne sono convinti l’avvocato Luca Sebastiani e l’attore Alessandro Bergonzoni, da tempo in protesta contro le condizioni inumane nelle carceri di tutta Italia. Fondamentale, spiegano, non dimenticare. Alla strage del marzo 2020, la più grande nella storia dell’Italia repubblicana all’interno di un carcere, si affianca quella più recente dei suicidi, già quattro proprio a Modena dall’inizio dell’anno. Proprio alla Corte Europea pende il ricorso sui morti, seguito all’archiviazione dell’indagine in Italia; non ancora archiviata è invece l’altra indagine, quella sul reato di tortura, accusa che altri detenuti hanno rivolto agli agenti di polizia penitenziaria sempre quel giorno, l’8 marzo del 2020. Lo scorso agosto il tribunale ha rifiutato l’archiviazione dando sei mesi di tempo alle parti per fornire nuove osservazioni. Sei mesi scaduti, coincidenza, proprio in questi giorni.

© Riproduzione riservata

CONDIVIDI

Cerca nel sito