La difesa prepara battaglia fra due settimane dopo le aringhe dei legali di parte civile
MODENA – E’ stato il giorno dell’accusa nel processo per l’omicidio di Alice Neri, avvenuto nel novembre del 2022 a Fossa di Concordia dove la 32enne di Ravarino venne trovata senza vita nel bagagliaio della sua auto data alle fiamme. Una lunga requisitoria dei pubblici ministeri Claudia Natalini e Giuseppe Amara cominciata alle 13.30. Diversi gli elementi, secondo i due magistrati che incastrerebbero l’imputato, a cominciare dalle 180 ore di telecamere analizzate per ricostruire tutti i movimenti della vittima e dell’imputato. “Gaaloul salì sull’auto di Alice Neri quella notte alle 3.40 allo Smart Caffè di Concordia, “Questa – ha detto la Natalini – è stata la svolta”. E poi la bicicletta abbandonata al bar e mai più ripresa dall’imputato per timore, sostiene l’accusa, di essere riconosciuto, i movimenti della Ford Fiesta avanti e indietro dall’argine fino alla piccola radura nel boschetto di Fossa di Concordia e soprattutto “Come poteva – ha incalzato la Natalini – Alice conoscere quel luogo remoto dove venne trovata morta mentre sappiamo che l’imputato lo frequentava abitualmente?”. E poi ancora le prove scientifiche, il Dna di Gaaloul sulla tanica di olio combustibile trovata vicino all’auto bruciata, gli abiti indossati quella notte dal tunisino e mai ritrovati e, ancora, le strane telefonate fatte alla moglie nelle quali le chiede di cancellare tutti i messaggi, ma non solo, sull’imputato secondo i Pm pesano anche le ricerche online prima ancora che il corpo della ragazza venisse ritrovato e, soprattutto, la sua fuga all’estero dove riuscì a sfuggire più volte alla polizia per poi essere arrestato in Francia. Tutto secondo i Pm ricondurrebbe al tunisino. La difesa prepara battaglia fra due settimane dopo le aringhe dei legali di parte civile. Intanto a 2 anni e mezzo dalla tragedia il corpo di Alice può finalmente tornare alla sua famiglia