Dalle condanne di Montefusco e Gaaloul per i delitti di Renata e Gabriela Trandafir e Alice Neri, alle violenze di San Damaso e Magreta fino all’avvio dei provvedimenti in città per contrastare la criminalità.
MODENA – E’ stato l’anno dell’emergenza carceri, delle sentenze nei processi per i femminicidi di Alice Neri, e di Gabriela e Renata Trandafir e dell’inchiesta che ha travolto Amo, l’agenzia per la mobilità. Il 2025 si è aperto con il suicidio in carcere di Andrea Paltrinieri, l’uomo che aveva ucciso la moglie Anna Sviridenko. La sua morte aveva fatto parlare parecchio, essendo stata la quinta avvenuta nei penitenziari dell’Emilia-Romagna in 20 giorni, il terzo suicidio al Sant’Anna in pochi giorni. Il 13 gennaio Salvatore Montefusco è stato condannato a trent’anni di carcere per il duplice femminicidio di Gabriela Trandafir e della figlia di lei Renata. Secondo la corte d’Assise di Modena l’uomo aveva agito per motivi “umanamente comprensibili”, sollevando un polverone mediatico. L’ergastolo per lui arriverà in appello, il 15 settembre. E’ un uomo libero invece Domenico Lanza, lo “sceriffo” di Polinago accusato per la scomparsa di Daniela Ruggi, uscito il 5 marzo dal carcere di Modena. “Mi hanno rubato il cuore – aveva detto davanti al Sant’Anna – in carcere ho pensato anche di farla finita”. Il 18 marzo invece ha preso il via un altro processo molto chiacchierato, quello a carico di Giampaolo Cati, il tenente colonnello dell’Accademia di Modena accusato di vessazioni, stalking insulti sessisti e angherie professionali da parte di undici militari sottoposti.
Il 16 aprile un terribile fatto di cronaca scuote la provincia intera. Una 65enne viene violentata da un minorenne mentre faceva jogging in pieno giorno a Tabina, frazione di Formigine. L’aggressore è un 17enne ospite di una struttura per minori stranieri non accompagnati. Il 24 aprile a Marzaglia si consuma un dramma familiare. In strada Pomposiana vengono ritrovati i corpi senza vita di tre persone: genitori e figlio. Sarebbe stato l’anziano capofamiglia ad uccidere la moglie, malata da tempo, ed il figlio, disabile, prima di togliersi la vita nel giorno del suo compleanno.
A metà maggio un altro femminicidio. Il 45enne sassolese Peter Pancaldi, uccide a Correggio Daniela Coman, soffocandola nel letto. Le attribuiva la colpa della separazione dalla sua ex compagna con la quale, ha detto, poteva contare su più denaro per comprare la droga. A metà giugno il caso Amo scuote la politica modenese. Una dipendente dell’Agenzia per la Mobilità di Modena, ha sottratto circa mezzo milione di euro tramite bonifici irregolari, spese aziendali (inclusi acquisti di lusso come un’auto e cavalli) e prelievi bancomat. Una bufera giudiziaria che porterà alla dimissione del neo eletto segretario del partito democratico Stefano Reggianini.
Il 28 giugno a Vignola una donna di 32 anni denuncia di essere stata buttata a terra abusata sessualmente da un uomo che poi si è dileguato. Un mese dopo la Procura smentirà tutto. La violenza non è mai avvenuta e la presunta vittima si era inventata tutto. Il 5 luglio la famiglia di Alice Neri può finalmente darle l’ultimo saluto. Una chiesa gremita accoglie la salma della giovane madre per i funerali. Due settimane dopo, il 23 luglio, Mohamed Gaaloul viene condannato a 30 anni di carcere per quell’omicidio. Ma le luci della cronaca a luglio sono tutte puntate su Andrea Cavallari, il 26enne di Bomporto condannato per la strage di Corinaldo riesce ad evadere dal carcere di Bologna da dove era uscito grazie ad un permesso premio per la laurea. Verrà arrestato a Barcellona due settimane dopo. Il 16 luglio un terribile schianto in tangenziale a Modena costerà la vita a due giovanissimi, Alex Martinelli e Aurora Passanti, rispettivamente di 27 e 25 anni. L’estate modenese è segnata anche da un’altra tragedia. Nel giorno di Ferragosto perde la vita Laurentiu Gorea, 24 anni. Si era tuffato in un bacino idrico in prossimità di un impianto idrovoro a Moglia nel mantovano, senza più riemergere in superficie. Il 12 settembre un operaio di 59 anni, Tiziano Bonacorsi, perde la vita a Montecreto, cadendo dal ponteggio del cantiere all’interno del Caseificio Sociale Casello. E’ il sesto infortunio mortale in provincia di Modena nel 2025. Tragedia famigliare l’8 ottobre a Castelfranco dove Enzo Manzini, 92 anni, ha ucciso la moglie Maria Capitati, di 88, per poi suicidarsi. Una tragedia fotocopia avverrà tre giorni dopo a Mirandola. Giuseppe Campi, 86 anni, ha ucciso la moglie Fedora Pedrazzi di 84 anni. Il 23 ottobre in città diventano operative le zone rosse. Maggiori controlli, più allontanamenti di persone sospette, tante pattuglie in strada. L’obiettivo è contrastare microcriminalità e degrado in aree sensibili come stazioni, parchi e piazze e luoghi della movida. A un anno di distanza dal precedente, nella notte di Halloween Modena diventa ancora la sede prescelta per un rave party. Migliaia di persone invadono l’ex stabilimento della Bugatti a Campogalliano. Il due dicembre verranno chiuse le indagini.
Il 7 novembre un altro terribile incidente mortale scuote la città. Sull’a22 perde la vita la 36enne Stefania Palmieri, era al nono mese di gravidanza.
I riflettori nazionali della cronaca sono di nuovo puntati su Modena a ottobre con l’evasione dal carcere di Castelfranco Emilia del pluriomicida Elia del Grande. Verrà ritrovato il 13 novembre. Il 15 novembre durante una rapina un uomo fa da scudo alle farmaciste di Corlo. Verrà premiato con un riconoscimento.