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Raid vandalici su 51 bus di Seta a Modena, arrestato un ex dipendente: è un 60enne reggiano

I carabinieri di Modena hanno arrestato un ex-dipendente, licenziato lo scorso anno dopo una condanna per stalking nei confronti di una collega. Lo scorso settembre entrò nel deposito e danneggiando i mezzi e rendendo inutilizzabili i sistemi di avviamento.

MODENA – Arrestato dai carabinieri il vandalo che nella notte del 16 settembre scorso, dopo essere entrato furtivamente nel deposito degli autobus di Seta, danneggiò ben 51 mezzi rendendo inutilizzabili i sistemi di avviamento.

Si tratta di un uomo di 60 anni, ex-dipendente dell’azienda di trasporto, licenziato lo scorso anno per stalking nei confronti di una collega. Secondo le indagini condotte dalla procura di Modena, lo stesso è responsabile anche dell’incendio, fortunatamente limitato dal pronto intervento dei vigili del fuoco, appiccato una settimana più tardi, durante la notte del 22 settembre, a un autobus Seta, sempre nel parcheggio di via delle Suore.

Il 60enne, residente in provincia di Reggio Emilia, aveva lavorato in Seta per 18 anni. Al termine di una relazione sentimentale con una collega era stato denunciato dalla stessa per stalking, venendo poi condannato in primo grado. Sentenza che gli era anche costata il posto di lavoro. Secondo gli inquirenti, a causa del licenziamento l’uomo avrebbe progettato la vendetta nei confronti dell’azienda, con l’intento di provocare ingenti danni economici. L’attività investigativa è stata particolarmente approfondita, con l’analisi di diversi impianti di videosorveglianza pubblici e privati ma anche dei tabulati telefonici e delle testimonianze del personale di vigilanza. Su richiesta della procura di Modena, il giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico per i reati di tentato incendio aggravato e danneggiamento aggravato.

Il Presidente ed Amministratore Delegato di SETA Alberto Cirelli e Riccardo Roat esprimono soddisfazione per una vicenda che definiscono allarmante e dolorosa. “Come già dichiarato a suo tempo, confermiamo che quelle scellerate azioni compiute all’interno del nostro deposito aziendale configurano un vero e proprio crimine, che non trova alcuna giustificazione e che ora verrà finalmente sanzionato” – si legge in una nota.

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