I pm hanno chiesto 30 anni di carcere per l’unico imputato nel processo. Colpo di scena in aula, il marito Nicolas Negrini è uscito dal processo. Secondo l’avvocato Ingroia non c’è la prova di colpevolezza di Gaaloul”
MODENA – Trent’anni di carcere per Mohamed Gaaloul. Questa la richiesta di condanna dei pm Claudia Natalini e Giuseppe Amara che hanno condotto le indagini. Secondo l’accusa è stato lui ad uccidere Alice Neri a Fossa di Concordia il 18 novembre 2022. Durante la lunga requisitoria la pm Natalini ha parlato di un reato orribile e gravissimo. La pm ha poi sottolineato come l’imputato, che oggi non era presente in aula, abbia cambiato più volte versione, raccontando “assurdità totali” e di univocità degli indizi raccolti. Secondo la ricostruzione dell’accusa, che non esclude che l’uomo sia salito sull’auto di Alice puntandole un coltello, emergono plurimi indizi precisi e chiari che confermano la sua responsabilità. “Cosa è successo in quelle due ore, dalle tre alle cinque circa, lo sa solo Gaaloul” – ha detto la Natalini. Alice è morta a causa di sette fendenti, poi il rogo dell’auto, quando la vittima era già deceduta. Per questo la richiesta è della pena più alta possibile, che non può essere l’ergastolo per questioni tecniche legate al mandato di arresto europeo, quindi 30 anni. Una richiesta giusta secondo il fratello della vittima Matteo Marzoli. Dopo la requisitoria dei Pm ha poi parlato Antonio Ingroia, avvocato del marito della vittima Nicolas Negrini. Ingroia ha più volte sottolineato sull’approssimazione e la sciatteria delle indagini. Secondo lui infatti l’accusa si è focalizzata solo su Gaaloul tralasciando qualsiasi altra ipotesi. “Negrini vuole la verità, non una qualsiasi” – ha detto annunciando l’uscita dal processo e la revoca di costituzione di parte civile. “La convinzione – ha detto – è che non si sia raggiunta la prova di colpevolezza dell’imputato oltre ogni ragionevole dubbio”.