Dopo l’udienza del processo per l’omicidio della 32enne, ora i famigliari attendono che i resti della donna vengano trasferiti a Modena dalla medicina legale di Milano. Per la mamma ed il fratello un punto di arrivo dopo quasi tre anni di attesa.
MODENA – “Alice non amava stare sola e in questi tre anni chiusa in un laboratorio di Milano lo é stata . Ora almeno potremo riaverla con noi”. Parole che di certo non attenuano il dolore quelle di Matteo Marzoli, fratello di Alice Neri, la 32enne di Ravarino uccisa a Fossa di Concordia nel novembre 2022, ma che per i famigliari rappresentano comunque una svolta, un punto di arrivo dopo quel tunnel nero che si aprì improvvisamente il 18 novembre di tre anni fa. Il processo per l’omicidio di Alice Neri è alle battute finali, la sentenza è prevista a luglio. Per la verità processuale c’è ancora da attendere, ma ora per Matteo, la mamma Patrizia, il marito Nicolas e la loro figlioletta c’è un punto fermo, dopo che la medicina legale di Milano ha restituito i resti della donna dopo anni di analisi e perizie. Il trasferimento a Modena avverrà dopo l’11 giugno; presto dunque stabilire la data del funerale. Mercoledì prossimo toccherà ai legali dei famigliari parlare in aula dopo la lunga requisitoria dei pubblici ministeri Natalini e Amara, che ancora una volta hanno ricostruito l’impianto accusatorio: un’indagine che, secondo la Procura, porta dritto verso l’unico imputato, il tunisino Mohamed Gaaloul
