Le ricerche sono in corso in tutta Italia mentre la Procura indaga per favoreggiamento: qualcuno lo ha aiutato nell’evasione. Dal suo paese c’è chi lancia un appello: “Non rovinare tutto”.
BOMPORTO (Modena) – La fuga di Andrea Cavallari dura ormai da quasi una settimana. Le indagini del Nucleo investigativo della Polizia penitenziaria per l’Emilia-Romagna e le Marche proseguono e le ricerche sono in corso in tutta l’Emilia-Romagna e anche all’estero, mentre la Procura di Bologna ha autorizzato ha autorizzato la diffusione di una foto recente del 26enne condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per la strage di Corinaldo, che giovedì scorso ha fatto perdere le proprie tracce, in occasione di un permesso premio che il magistrato del Tribunale di sorveglianza gli aveva concesso per laurearsi in Scienze Giuridiche. Dopo la discussione, la proclamazione e il pranzo con la famiglia, però, salutati il padre e la nonna intorno alle 15.30, non si è presentato all’appuntamento con la madre, che alle 17.30 lo aspettava per accompagnarlo in auto alla Dozza dove sarebbe dovuto rientrare entro le 18. Cavallari si è allontanato dicendo che si sarebbe dovuto incontrare con la fidanzata, ma dopo alcuni giorni in cui risultava irrintracciabile, la ragazza è stata rintracciata in provincia di Modena: era regolarmente al lavoro. I due tra l’altro non avrebbero più contatti da almeno due anni e lei non sarebbe mai andata a trovarlo in carcere. Al momento quindi risulterebbe estranea ai fatti. Si sta verificando però se qualcun altro possa aver fornito supporto al 26enne nella preparazione e nell’esecuzione della fuga: si cerca tra i rapporti che l’indagato può avere intrattenuto in carcere con altri detenuti o all’esterno del carcere con parenti o conoscenti. Si sta provando anche a identificare l’amico, di cui ha parlato il patrigno, che è andato a prenderlo al ristorante in cui era a pranzo con la famiglia. Per questo oltre al fascicolo per evasione a carico di Cavallari, affidato al pm Andrea De Feis, ne è stato aperto un secondo per favoreggiamento dell’evasione a carico di ignoti.
A Bomporto Andrea Cavallari è cresciuto ed è sempre vissuto. Qui, nella Bassa Modenese, risiedono ancora i suoi parenti, la madre e il patrigno. Bomporto ora attende gli sviluppi delle indagini e delle ricerche, si interroga sulla decisione del ragazzo di non rientrare nella carcere della Dozza dopo il permesso per la discussione della testi all’Università di Bologna. Nel paese, tra chi lo ha conosciuto personalmente o conosce la sua famiglia, arrivano anche gli appelli perché torni sui suoi passi e si costituisca.