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Da dipendente trasformata in tuttofare per la famiglia del datore di lavoro alla ragazza spostata ad altra mansione perché troppo carina per restare “nascosta”. Sono diversi i casi di soprusi e ricatti denunciati da lavoratori che si sono rivolti alla Cgil.

MODENA – Licenziato per avere chiesto un anticipo del Tfr, è successo ad un lavoratore del settore della telefonia, oppure una giovane assunta nella ristorazione spostata a mansioni inferiori rispetto al suo contratto e licenziata quando ha osato chiedere di essere regolarizzata. Sono alcune delle storie raccolte dalla Cgil, in particolare nel terziario che testimoniano ricatti e pratiche vessatorie sul lavoro.

C’è anche l’impiegata di uno studio professionale trasformata in una sorta di tuttofare del datore di lavoro.

Non mancano poi atteggiamenti sessisti e discriminatori nei confronti delle donne.

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