A farne le spese un assistente del Corpo di Polizia Penitenziaria e due detenuti lavoranti. “Una situazione – denuncia il SAPPe – ormai fuori controllo”
MODENA – Un’aggressione, definita dai testimoni oculari di una violenza inaudita. L’ennesimo episodio di violenza all’interno della Casa Circondariale di Modena. I fatti risalgono a ieri, quando un assistente del Corpo di Polizia Penitenziaria, addetto alla vigilanza dei lavori di manutenzione interna ai fabbricati, si era recato in una camera detentiva assieme a due detenuti lavoranti per effettuare riparazioni. Per motivazioni che ancora non sono state chiarite, i tre sono stati improvvisamente aggrediti da tre detenuti, due di origine straniera e un italiano, riportando ferite che li hanno costretti a ricorrere alle cure mediche. Per i due detenuti lavoranti, la prognosi è rispettivamente di 5 e 3 giorni, mentre per l’assistente la prognosi è di 4 giorni. Gli aggressori sono subito stati identificati e tratti in arresto, arresto convalidato questa mattina dal giudice nel corso dell’udienza per direttissima.
L’episodio riporta al centro del dibattito il carcere di Sant’Anna, che ospita attualmente quasi 600 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 372 posti. A denunciare la gravità della situazione è il SAPPe, il sindacato degli agenti di Polizia Penitenziaria: “Siamo al limite – sottolinea il segretario provinciale Gennaro Caruso – ogni giorno subiamo nuove aggressioni mentre si chiede di compensare le gravissime carenze d’organico. A fronte di un impegno quotidiano estenuante – denuncia Caruso – continuiamo a fare i conti con stipendi bloccati, straordinari non pagati, buoni pasto che non arrivano”.
“La delusione è profonda, a fronte di episodi così gravi esprimere dispiacere non basta più” gli fanno eco in un intervento congiunto Giovanni Battista Durante, segretario regionale aggiunto del SAPPe, e Francesco Campobasso, segretario nazionale. “E’ indispensabile – concludono – che l’amministrazione penitenziaria assicuri in tempi brevi l’assegnazione a Modena di un numero congruo di unità di Polizia Penitenziaria”