Negli Stati Uniti, dove il nostro prodotto è molto apprezzato, esportiamo circa il 20% dell’intero fatturato. Intanto si guarda a nuovi mercati e si punta a crescere in Gran Bretagna. Il 10 marzo un grande evento a Londra.
MODENA – Trema la meccanica, trema l’aceto balsamico, trema il parmigiano e trema, ovviamente, anche il lambrusco: i dazi al 25% minacciati da Trump potrebbero far male all’esportazione di una bevanda gettonatissima negli Stati Uniti, ideale – ci spiegano – in abbinamento alle loro consuetudini alimentari.
In ballo c’è dunque il 12% totale degli ordinativi, e una quota anche più alta di fatturato. I dazi di Trump non sono ancora in vigore, ma il territorio si tiene pronto.
Parziale compensazione giunge ai produttori di lambrusco dal riavvicinamento del Regno Unito all’Unione Europea, dovuto ai disastrosi effetti economici della Brexit (inclusi i rincari proprio sullo scambio merci dovuti all’uscita dal mercato unico) e anche al passo indietro degli Stati Uniti dal ruolo di capofila dell’Occidente. Proprio in questi mesi il lambrusco ha scommesso sul ritorno in auge oltre Manica, e il 10 marzo sarà protagonista di un grande evento a Londra.